LA LEGGENDA DI GOODWOOD

Una sottile striscia di asfalto, i tipici verdi prati inglesi e una corposa barriera di balle di fieno a delimitare il percorso. Così può essere descritto uno dei tracciati inglesi, tra i più ricchi di storia e di fascino.
Tra le sue curve hanno gareggiato e a volte anche vinto, piloti del calibro di Stirling Moss, Jim Clark, Graham Hill e Roger Penske. Mentre altre volte quelle stesse curve sono state fatali come nel caso Bruce McLaren che, in un triste giorno del 1970, ci ha lasciato vittima di un incidente.
Stiamo parlando del circuito di Goodwood, situato nella contea del West Sussex, più precisamente nel villaggio di Westhampnett, che si trova nelle vicinanze della costa meridionale inglese. Sorto dalle ceneri di un aeroporto utilizzato durante la seconda guerra mondiale, il tracciato si basava inizialmente sulle piste perimetrali dell’aviosuperficie, raggiungendo una lunghezza di 3,8 Km. La prima competizione svoltasi a Goodwood, risale al 1948, nella quale gareggiarono le moto della classe 500 e vide vincere il già citato Stirling Moss. Dall’ora le manifestazioni sportive furono numerose sino a giungere al 1966, anno in cui ebbe luogo l’ultima gara prima di vedere la dismissione del tracciato. In seguito il circuito venne utilizzato solo per prove o test e bisognerà aspettare il 1993 per rivedere il buon nome di Goodwood, affiancato a un evento sportivo. Infatti in quell’anno si svolse la prima edizione del “Festival of Speed”, ossia una cronoscalata lunga 1,86 Km, sviluppata su un tracciato che originariamente era una strada di collegamento tra il castello della Goodwood House e l’autodromo. Lo scorso fine settimana, a venticinque anni di distanza, si è svolta l’ultima edizione di questa meravigliosa manifestazione motoristica. La quale, per gli appassionati di motorsport, è uno degli eventi più importanti di tutto l’anno, poiché a Goodwood si radunano le vetture più affascinanti della storia delle competizioni sportive. Come già affermato prima, la gara consiste in una cronoscalata composta da nove tornate sul percorso lungo quasi 2 Km. Tuttavia la bontà dell’evento, che raccoglie migliaia di persone (circa 270 mila quest’anno), da la possibilità alle case automobilistiche, non solo di competere alla gara, ma anche di esporre le proprie vetture e di effettuare una parata dimostrativa lungo il circuito. Infatti oltre le auto storiche e le svariate monoposto di Formula 1 costruite nei vari anni, all’evento del “Festival of Speed” sono presenti numerose supercar stradali, portate direttamente dalle case automobilistiche produttrici. In particolare ogni anno, a Goodwood, viene celebrata una casa automobilistica e quest’anno è toccato a Porsche e Land Rover, per le quali ricorreva il settantesimo anniversario di fondazione. Questa particolarità della manifestazione, consente di osservare e confrontare le auto del passato, del presente e i concept model del futuro. Tale aspetto non passa inosservato agli occhi di un amante dei motori e probabilmente anche per tale ragione, che ogni anno migliaia di persone si dirigono nel territorio della Goodwood House. Oltre alle vetture blasonate, il richiamo della competizione porta numerosi piloti al villaggio di Westhampnett e tra questi, spesso, vi sono vere e proprie personalità delle competizioni motoristiche. Basti pensare che quest’anno tra le file dei partenti vi erano Sir Jackie Stewart con i suoi tre titoli mondiali di F1ed Emerson Fittipaldi, due volte vincitore del titolo iridato, trionfatore di un campionato CART e di due 500 Miglia di Indianapolis. Ma oltre le leggende, anche buona parte degli attuali piloti professionisti sono presenti al festival inglese, come nel caso di Laurens Vanthoor che ha portato a spasso per le curve di Goodwood la propria 911 RSR con la quale ha recentemente vinto Le Mans. Il Goodwood “Festival of Speed” ha la capacità di lasciare senza fiato e con il cuore gonfio di gioia chiunque provi amore per questo folle “stupido” mondo del motorsport e se anche tu guardando un’auto cominci a sognare, molto probabilmente Goodwood ti segnerà nel profondo, lasciandoti il ricordo di un indelebile e indescrivibile emozione.

di Antonino De Pasquale