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La Leyen ‘tifa’ per la guerra: “Kiev deve vincere”, e rilancia l’idrogeno, “nuova frontiera della rete energetica Ue. Basta dipendenze tossiche”

La guerra in Ucraina sta mettendo in dubbio l’intero ordine internazionale. E’ per questo che contrastare l’aggressione della Russia è un compito per l’intera comunità globale. Faremo tutto quello che possiamo per aiutare gli ucraini a vincere e a riprendere il futuro nelle loro mani. Per la prima volta nella storia, l’Unione Europea fornisce aiuti militari a un Paese sotto attacco. Stiamo mobilitando tutto il nostro potere economico. Le nostre sanzioni e l’azione spontanea sanzionatoria delle aziende stanno impoverendo l’economia russa e la macchina da guerra del Cremlino“.

Un intervento decisamente duro e, purtroppo, ‘poco diplomatico’ quello pronunciato oggi dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, intervenendo al secondo giorni di lavori del World Economic Forum di Davos, in scena a Davos, in Svizzera.

La Leyen: “”L’Ucraina deve vincere questa guerra. E l’aggressione di Vladimir Putin deve essere un fallimento strategico”

Ovviamente un po’ preoccupa il fatto che, dopo gli Usa, anche la Ue dichiari apertamente la propria preferenza al proseguito del conflitto, piuttosto che lavorare ad un immediata azione diplomatica per far cessare le ostilità, risparmiando quindi la vita ad altre migliaia di civili innocenti.

D’altra parte, una dichiarazione perentoria come ”L’Ucraina deve vincere questa guerra. E l’aggressione di Vladimir Putin deve essere un fallimento strategico”, non lascia certo spazio a fraintendimenti di sorta.

La Leyen: “Interverremo per riparare il danno fatto dalla furia distruttiva di Putin, contribuendo al futuro che gli ucraini scelgono per se stessi”

Poi, anticipando i tempi, la presidente Ue ha anche affrontato il tema – oneroso – della ricostruzione in Ucraina: “non dobbiamo lasciare nulla di intentato: anche, se possibile, usando beni della Russia. Oltre agli aiuti a breve termine serve di più. Con la stessa determinazione aiuteremo l’Ucraina a rinascere dalle ceneri. E’ questa l’idea dietro la piattaforma di ricostruzione che ho proposto al presidente Volodymyr Zelensky. Ieri nel suo discorso qui ha riconosciuto una novità senza precedenti del mondo democratico, l’intesa per cui bisogna combattere per la democrazia. La ricostruzione dell’Ucraina richiede un lavoro colossale, ma insieme possiamo farcela. E’ per questo che ho proposto una piattaforma per la ricostruzione che dovrà essere guidata dall’Ucraina e dalla Commissione Europea, perché metteremo insieme riforme e investimenti”. Nello specifico, ha poi spiegato la Leyen, “La piattaforma inviterà contributi globali, da ogni Paese che ha a cuore il futuro dell’Ucraina, dalle istituzioni finanziarie internazionali e dal settore privato. Non si tratta solo di riparare il danno fatto dalla furia distruttiva di Putin, si tratta anche di costruire il futuro che gli ucraini scelgono per se stessi“.

La Leyen: “Putin sta sfruttando il grano e la fame ai fini di potere, blocca le esportazioni e bombarda i granai, facendo salire i prezzi”

Quindi la presidente della Commissione Ue ha poi puntato il dito contro Putin, accusandolo di sfruttare “il grano e la fame a fini di potere, bloccando le esportazioni alimentari di Russia e Ucraina. L’artiglieria russa bombarda i granai in tutta l’Ucraina deliberatamente, e le navi da guerra russe nel Mar Nero bloccano le navi ucraine piene di grano e di semi di girasole. Le conseguenze di questi atti vergognosi sono lì da vedere. I prezzi del grano a livello globale stanno salendo alle stelle e sono i Paesi fragili e le popolazioni vulnerabili che soffrono di più“.

La Leyen: “La Russia usa le derrate alimentari come forma di ricatto. Dobbiamo agire con urgenza ma ci sono anche soluzioni oggi all’orizzonte”

Ad esempio, prosegue ancora la Leyen, ”I prezzi del pane in Libano sono aumentati del 70% e le spedizioni di cibo da Odessa non sono potute arrivare in Paesi come la Somalia. Come se non bastasse la Russia sta accumulando le sue derrate alimentari da esportazione come forma di ricatto, trattenendo le forniture per aumentare i prezzi globali o scambiando grano con sostegno politico. Questo è usare la fame e il grano per il potere“. Ed oggi nel mondo, ha proseguito, “a causa della guerra in Ucraina ci sono evidenti segnali di una crescente crisi alimentare. Dobbiamo agire con urgenza ma ci sono anche soluzioni oggi all’orizzonte“.

La Leyen: “E’ tempo di farla finita con le dipendenze tossiche. E ora di creare nuovi collegamenti. Vinciamo questa sfida cooperando”

Dunque, aggiunge ancora la Leyen, ”E’ per questo che lavoro con Abdallah al Sisi (il presidente dell’Egitto,ndr) per affrontare le ripercussioni della guerra con un evento sulla sicurezza alimentare sulle soluzioni in Europa e nella regione. E’ tempo di farla finita con le dipendenze tossiche. E ora di creare nuovi collegamenti. E’ ora di rimpiazzare le vecchie catene con nuovi legami. Vinciamo questa sfida cooperando, nello spirito di Davos”.

La Leyen: “Nuovi gasdotti ci accompagneranno verso il nucleo della futura rete dell’idrogeno, la nuova frontiera dell’energia nell’Ue”

Altro tema urgente da risolvere ‘entro ieri’, la dipendenza energetica da Mosca che, stiamo vedendo, rischia di creare enormi difficoltà all’Europa intera. A tal proposito la Leyen ha tenuto a puntare sui nuovi gasdotti, che presto sorgeranno in Europa tutta, appositamente concepiti per diversificare le scorte, e ridurre così la dipendenza dalla Russia, divenendo il “nucleo della futura rete dell’idrogeno, la nuova frontiera dell’energia nell’Ue. La diversificazione delle nostre forniture di gas è un pilastro di RePowerEu”, assicura la leader europea, che rivela: “mentre parliamo l’Europa sta concludendo nuovi accordi con fornitori affidabili e fidati in tutto il mondo. In marzo ho concordato con il presidente Joe Biden di aumentare in modo significativo le consegne di gas naturale liquefatto dagli Usa all’Europa. Più gas naturale liquefatto e più gas tramite oleodotto arriveranno anche dal Medioriente dal Nordafrica”. Insomma, ha quindi concluso la presidente della Commissione Ue, ”Nuovi rigassificatori in Grecia, a Cipro e in Polonia saranno presto operativi, come pure nuovi interconnettori. E l’infrastruttura di connessione dei gasdotti formerà il nucleo dei nostri futuri corridoi dell’idrogeno. L’idrogeno è la nuova frontiera della rete energetica europea“.

Max