La lotta di Facebook per boicottare gli articoli copiati o rubati

    Continua la lotta del social network più famoso al mondo, Facebook, contro fake news, copioni e contenuti considerati trash. In occasione dell’aggiornamento delle linee guida sulla sezione Notizie per gli editori, a finire nel mirino della piattaforma sono stavolta articoli e altri tipi di post copiati dalle fonti originarie e ripubblicati senza alcuna modifica, o con minime aggiunte (a volte anche deleterie e devianti). L’obiettivo, come è stato spiegato al sito TechCrunch, è quello di limitare la circolazione sulle nostre home di materiali sottratti ad altri editori e creatori sfruttati solo a scopo di “clickbait”, cioè per traghettare gli utenti fuori dal social verso pagine dai soli fini pubblicitari (se non peggiori).
    Dunque, secondo l’aggiornamento, nel newsfeed questo genere di “snippet”, cioè di anteprime degli articoli, delle foto e dei video riceveranno minore rilevanza. Gli algoritmi dovrebbero scoprirli dall’incrocio di una serie di tossici elementi d’altronde sempre presenti: titoli sensazionalistici senza alcun peso giornalistico, pagine di destinazione stracariche di pubblicità e testi e contenuti già diffusi in origine da altre fonti. Per quanto ci piaccia credere che abbocchino senza problemi, in realtà gli utenti odiano questo genere di contenuti che avvelenano e appesantiscono le loro bacheche. Lo racconterebbe un’indagine condotta proprio da Menlo Park fra sondaggi e interviste di persona.

    Meno circolazione, insomma, e meno distribuzione nel tentativo di boicottare articoli e contenuti copiati e magari piegati a proprio piacimento. Per tagliare le fonti di finanziamento di chi prospera sul copia incolla selvaggio. Si spera così di creare un effetto ombrello che cerchi di tutelare contenuti autentici e di buon livello sulla piattaforma. “Un aggiornamento attivo da oggi consentirà alle persone di visualizzare meno post che conducono a siti di scarsa qualità specializzati nel copiare e ripubblicare contenuti da altri siti senza alcun genere di valore aggiunto” si legge in un’aggiunta alla strategia pubblicata già lo scorso anno.