’LA MAZZAMAURO MENTE’, BRIGNANO SI SFOGA CON ’IL FATTO’: STO VIVENDO UN INCUBO

“La Mazzamauro non ha mai fatto nomi. Fino a ieri – si sfoga Brignano – ho pensato di mantenere la calma, perché non c’è nulla da smentire e per proteggere una donna anziana quanto mia madre. Ma ora sono costretto a far vedere il filmato che dimostra che questa signora sta mentendo”. Indirettamente chiamato in causa dall’attrice, che ha denunciato di essere stata addirittura picchiata da un compagno di lavoro nel corso delle riprese del film ’Poveri ma ricchi’, Enrico Brignano (inevitabilmente tirato in ballo dall’assenza di smentite da parte dell’attrice), ha deciso di rompere il silenzio, affidando il suo sfogo al ’Fatto Quotidiano’. “Da quattro giorni sto vivendo in un incubo – afferma il comico di Dragona – perché il mio nome è stato tirato fuori dal web, è una fake news. Non c’è stata nessuna violenza, nessun referto medico, degenza, denuncia ai carabinieri che dimostri questa violenza – rimarca l’attore che non nasconde la sua rabbia verso i social e la produzione stessa – Mancano le prove. Una donna senza timpano può continuare a girare un film? Il giorno dopo è tornata sul set. Questo sistema – denuncia ancora Brignano – si chiama inquisizione e sta avvenendo in un Paese schizofrenico, dove non si capisce più cosa sia vero e cosa verosimile. Qui si vuole solo la condanna, il sangue”. E l’attore ha sottoposto alla visione della giornalista de il ’Fatto’, Patrizia De Rubertis, circa 25 secondi di un filmato fornito dalla Wildside – casa produttrice del film – che ha però negato la liberatoria per la diffusione dello stesso, “per paura di manipolazioni”. Come ha poi riportato la giornalista: benché la pessima qualità del video e dell’audio, nella clip in possesso a Brignano non vi sono toni od atteggiamenti tali da far indurre che l’attore abbia violenza nei confronti della Mazzamauro, redarguita dall’attore per i tempi di una battuta. Tuttavia, fa notare la giornalista, del video mancherebbero però sia il ciak d’inizio che quello finale. Dunque si tratterebbe di un’eventuale ’prova’ ininfluente, premesso però che, a parità di ruoli, è ancora tutta da confermare anche l’accusa.
M.