La politica internazionale scuote ancora i mercati azionari

    Movimenti azionari e di listini del tutto variabili quest’oggi in una di quelle giornate che a livello di Borsa e di spostamento di capitali potrebbe rappresentare un forte indizio circa la stabilità o meno dell’Europa che conta. Nel particolare, stando a quanto oggi i mercati evidenziano alla prova dei fatti, le materie prime e i prezzi del petrolio sono in ribasso in Asia dopo che l’Arabia Saudita, scossa dalla vicenda che ha coinvolto il giornalista dissidente Khashoggi, ha dichiarato che non userà il petrolio come arma per rappresaglie. Il barile di greggio Wti con consegna a novembre è in discesa di un centesimo ed è arrivato ad 69,16 dollari negli scambi elettronici in Asia. Il barile di Brent con consegna a dicembre cede 20 centesimi a 79,63 dollari. In questa fase d’incertezza generalizzata restano robuste le quotazioni dell’oro: il lingotto con consegna immediata guadagna lo 0,1% a 1.221 dollari l’oncia. Come lasciavano presagire i future, l’avvio delle Borse europee è in forte ribasso. Milano perde l’1,15% con le banche vendute, Parigi cede l’1,3%, Francoforte l’1,5% e Londra lo 0,8%. La giornata è stata fortemente negativa già sui mercati asiatici, che hanno pagato con cali superiori ai due punti percentuali il mix di timori sulla frenata della Cina e per i rischi geopolitici globali, che vanno dalle guerre commerciali alla mina vagante dell’Italia in Europa, passando per il Medio Oriente agitato dal caso Khashoggi che ha generato forti tensioni tra Usa ed Arabia Saudita. La Borsa di Tokyo ha perso il 2,67%, scontando anche i future deboli su Wall Street, Sydney l’1,05%, mentre, Hong Kong arretra del 3%, Seul del 2,9%, Shanghai e Shenzhen del 2,1%. Ieri sera la Borsa Usa aveva chiuso mista, con il Nasdaq in aumento dello 0,26% spinto dal comparto tech in attesa di conti che si aspettano positivi; il Dow Jones ha invece lasciato sul terreno lo 0,5%.Anche la divisa unica risente delle tensioni tra Roma e Bruxelles: l’euro apre in calo sotto quota 1,15 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,1449 dollari e 128,67 yen. Anche il dollaro cede terreno sulla valuta nipponica: dollaro/yen a 112,44. L’agenda macroeconomica ruota intorno alla fiducia dei consumatori dell’Eurozona, con gli analisti di Intesa Sanpaolo che si aspettano una risalita dopo tre mesi in calo. Intanto in Germania i prezzi alla produzione hanno segnato il +0,5% mensile a settembre (+3,2% annuo) battendo le attese.Per le materie prime, infine, i prezzi del petrolio sono in ribasso in Asia dopo che l’Arabia Saudita, colpita dal caso Khashoggi, ha dichiarato che non userà il petrolio come arma per rappresaglie. Il barile di greggio Wti con consegna a novembre è in calo di un centesimo a 69,16 dollari negli scambi elettronici in Asia. Il barile di Brent con consegna a dicembre cede 20 centesimi a 79,63 dollari. In questa fase d’incertezza generalizzata restano robuste le quotazioni dell’oro: il lingotto con consegna immediata guadagna lo 0,1% a 1.221 dollari l’oncia.