La responsabilità civile dei magistrati è legge di Gianmarco Chilelli

    Con 265 sì, 51 no e 63 astenuti il ddl sulla responsabilità civile dei magistrati è legge. Votano contro i deputati del Movimento 5 Stelle mentre Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera si astengono. Il testo passato oggi alla Camera riprende il testo della legge Vassalli del 1988, rettificandone e modificandone alcuni punti:

    la rivalsa dello Stato, che risarcisce il danneggiato, sul magistrato diventa obbligatoria ed  il magistrato rispondere ora con lo stipendio netto annuo fino alla metà, mentre se si dimostra il dolo del magistrato questi risarcirà totalmente la somma.

     l’attività di verifica dei presupposti e valutazione di manifesta infondatezza viene soppressa, facendo sì che non venga respinta nessuna richiesta di risarcimento, poi vagliata e giudicata.

    la ridefinizione dei casi di colpa grave porta a ritenere tale l’affermazione di un fatto inesistente,la negazione di un fatto esistente, la violazione manifesta della legge e del diritto comunitario, il travisamento del fatto o delle prove, l’emissione di un provvedimento cautelare personale o reale al di fuori dei casi consentiti dalla legge o senza motivazione.

    la clausola salvaguardia, per cui il magistrato non è chiamato a rispondere della sua attività di interpretazione della legge e di valutazione di fatti e prove, viene ridefinita, escludendo da essa i casi di dolo, di colpa grave e violazione manifesta della legge e del diritto della Ue.

    Assieme a tali modifiche rimane invariato il punto della legge precedente in cui si dichiarava che il cittadino potesse rifarsi sullo Stato, non direttamente sul giudice, e che poi sarebbe toccato allo Stato eventualmente rifarsi sul giudice. Il ministro della Giustizia Orlando saluta con grande entusiasmo il passaggio del ddl e lo definisce “un passaggio storico”. In Aula il ministro ha risposto alle critiche mosse dall’opposizione, stavolta esclusivamente penta stellata, riguardo l’estensione del travisamento di fatti o prove, affermando: Rifiuto l’argomento dell’intimidazione, a chi parla del travisamento dei fatti e delle prove come di un’estensione impropria, dico che questa è un’indicazione europea”- come se ciò ne garantisse la bontà- “e non produce un automatismo sul magistrato, che può essere chiamato in causa solo in caso di negligenza inescusabile”. A tal proposito si pronuncia anche la presidente della Commissione Giustizia della CameraDonatella Ferranti, che dichiara “Di fatto nella relazione che accompagna il testo sono stati inseriti dei correttivi, degli elementi di chiarificazione, che sulla base di un’interpretazione costituzionalmente orientata, esplicitano che il danno c’è solo nel caso in cui il travisamento sia ‘macroscopico e evidente”. Pur con tutte queste garanzie e con la promessa del governo di verificare laicamente gli effetti della norma, il deputato del M5S Alfonso Bonafede ritiene la legge “unaintimidazioneai magistrati”. Dello stesso parere è il vicepresidente Legnini del Consiglio Superiore della Magistratura, il quale dichiara “Il Csm si candida a monitorare gli effetti della nuova normativa sulla responsabilità civile dei magistrati, a verificare se l’autonomia, l’indipendenza e la serenità dei magistrati siano incise dalla nuova normativa e accertare già in una prima fase se effettivamente (come temiamo) ci sia un eccesso nel ricorso alle azioni risarcitorie. Inoltre chiederemo al Csm e al ministro Orlando una verifica attenta perché le preoccupazioni dei magistrati non vanno sottovalutate”. L’Associazione Nazionale Magistrati infatti saluta così la norma “È un pessimo segnale, la politica approva una legge contro i magistrati” mentre il paese vive in una “corruzione dilagante”. Va inoltre aggiunto che, considerata proprio la situazione dell’Italia in merito alla corruzione, potesse essere utile approvare una legge che aumentasse le pene per i colpevoli piuttosto che una norma che ridefinisce le responsabilità dei magistrati. Il provvedimento infatti, non solo secondo i magistrati, sembra ledere al principio di terzietà del giudice: – terzietà e imparzialità del giudice sono garantite anche: dalle norme sulla sua incompatibilità, dalla limitazione dei casi della sua responsabilità civile … -. Il provvedimento, tralasciando elucubrazioni sulla effettiva necessità in un momento del genere di una norma di questo genere, è in linea con l’impronta garantista di cui il governo e Matteo Renzi, che ha tweettato –Anni di rinvii e polemiche, ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge! -, si sono sempre vantati, pur non proferendo parola su un sistema di giustizia che ha le proprie sfaccettature più giustizialiste nelle lungagini dei processi, che divengono sostenibili solo dai ricchi, nella di fatto nulla possibilità di reintegro per gli ex detenuti nel mondo del lavoro o, dulcis in fundo, nella possibilità di rivalsa contro un magistrato colto in errore, che sarà comunque più accessibile ai ricchi che ai poveri, favorendo dunque mitezza del giudizio verso chi può sostenere economicamente il ricorso.