Home POLITICA ECONOMIA “La sanità paga l’austerity e i maxi tagli imposti dall’Ue”, spiega l’economista

“La sanità paga l’austerity e i maxi tagli imposti dall’Ue”, spiega l’economista

Le regole dell’austerity dettate da Bruxelles negli anni passati  hanno costretto a tagliare la sanità pubblica in molte aree europee. Nel Sud d’Italia abbiamo registrato tagli alla spesa e al welfare eppure, proprio queste regole  hanno arricchito i Paesi del Nord Europa mentre si impoverivano in particolare i Paesi del Sud Europa“. Dunque, “ora l’Italia fa i conti con le regole dell’austerity che hanno costretto a procedere anche con enormi tagli alla sanità pubblica che oggi, ed è chiaro a tutti, si mostra strategica per combattere gli effetti del Covid-19“.

Urge cambiare subito il patto di stabilità

Una situazione più che preoccupante ed abbastanza evidente ma, ovviamente, prende maggior corpo e credibilità se a denunciarla è un economista, come in questo caso è il professore emerito di Storia Economica alla Luiss Giuseppe Di Taranto. “L’emergenza coronavirus ci mostra come ora bisogna cambiare assolutamente il patto di stabilità”, spiega l’esperto, il quale ‘leggendo’ la situazione dal punti di vista di Bruxelles, auspica ed afferma come “in questo momento sia quanto mai opportuno sorvolare sull’aumento del deficit e del debito”. D’altra parte, “mentre nelle corsie di ospedale i medici e gli infermieri italiani stanno facendo i conti con i tagli apportati nel tempo alla sanità pubblica, mentre i pazienti lottano per la sopravvivenza assistiti in ospedali aperti a tutti, che accolgono tutti i malati“, non è questo il momento per seguire alla lettera i severi dettami europei perché, aggiunge l’economista, “in questa gravissima emergenza non si può scegliere tra mettere in campo tutto il possibile per salvare vite umane o sforare deficit e debito: una nuova strada è ormai ineludibile e l’unica percorribile“.

Le false promesse dell’Ue: i 50 mln di poveri

Del resto osserva Di Taranto, “In Europa  ci sono circa 500 milioni di abitanti e di questi 120 milioni sono in stato di povertà mentre ben 50 milioni di cittadini si trovano in stato di deprivazione. Ciò mostra che le premesse dell’Ue si sono rivelate false promesse“.

I fondi della Germania erosi dall’elusione del ‘Six Pack’

E se l’Italia ha prodotto ‘sforzi notevoli’ con il cosiddetto ‘cura Italia, aggiunge, “la Germania abbia stanziato 500 miliardi di euro, risorse accumulate anche grazie allo sforamento del tetto del 6% del surplus commerciale. Il costante superamento del tetto del surplus commerciale della Germania è avvenuto nonostante la regola europea del ‘Six Pack’ che vieta di superare il 6% della media triennale del surplus della bilancia commerciale rispetto al Pil“.

La velocità della Fed e l’immoibilità della Bce

Infine, una meritata ‘bacchettata’ anche  alla Banca Centrale Europea: “Avrebbe dovuto attuare un Qe ben all’inizio dell’emergenza coronavirus e non partire solo il 12 marzo, mentre la Fed si è messa a correre iniettando con rapidità miliardi di dollari di liquidità. I 120 miliardi di euro di Qe entro l’anno decisi dalla Bce – e ricordiamoci che vale per tutta l’Unione Europea- sono una misura del tutto insufficiente“.

Max