LA SAPIENZA: PRESIDI, FLASH MOB E STRISCIONI DI PROTESTA CONTRO IL NUMERO CHIUSO IN OCCASIONE DEI TEST DI MEDICINA TENUTI NELLA CAPITALE

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    E’ stato il presidio composto dal Link Coordinamento universitario, l’Udu (Unione degli universitari) e il Fronte della gioventù comunista, ad accogliere gli aspiranti medici stamane davanti ad una delle aule ospitanti i test per l’ingresso alle Facoltà di Medicina dell’Universita’ Sapienza di Roma. A spiegare per loro voce con eloquenza il motivo della protesta gli striscioni appesi: “Volevo fare il medico ma ho trovato chiuso”, “Il numero chiuso chiude gli ospedali”. Le associazione hanno anche lanciato l’hashtag #nonumerochiuso e #liberoaccesso. Nel flash mob due ragazzi vestiti da bodyguard impedivano il passaggio ai ragazzi che non rispondevano a domande assurde e fuori contesto, una gag per ridicolizzare – secondo l’Udu – lo strumento dei quiz. Una situazione paradossale, tenendo conto che gli iscritti alle prove di accesso a ’Medicina e chirurgia’ e a ’Odontoiatria e protesi dentaria’ alla Sapienza sono 5.457, i posti disponibili 864. Il numero di aule impegnate 77. “Il numero chiuso è ingiusto e lede i diritti degli studenti. E’. Un terno al lotto inefficiente e dannoso per il Ssn – spiegava ai media Andrea Torti, coordinatorie di Link Coordinamento universitario – Noi pensiamo che questo strumento vada di pari passo con lo smantellamento del Ssn, mentre la sanità dovrebbe essere finanziata di più. Ormai il numero chiuso lo mettono in discussione i tecnici del Miur e l’Ordine dei medici”. Convinzione generale anche i 60 quesiti da svolgere in 100 minuti, un ostacolo anche per chi si era preparato e ha deciso di rinunciare alle vacanze per inseguire il sogno del camice bianco. “Il numero chiuso è sbagliato – commenta una candidata – chi avrebbe capacità rischi di rimanere fuori. Ma è anche vero che le università non hanno le strutture per accogliere tutti. Questa è la prima volta che provo e il mio sogno è fare il neurochirurgo”. Dello stesso parere anche un giovane aspirante: “Da un lato il numero chiuso è sbagliato ed è una negazione di un diritto ma e’ necessaria una selezione – avverte – si potrebbe provare con qualcosa di diverso rispetto ad un test con crocette. Ho studiato e fatto tutto il possibile per preparami, speriamo bene”. Non manca anche chi sogna di fare il medico “perché mi piacerebbe aiutare la gente e agire attivamente se qualcuno si sente male. Io – conclude – preferirei che chi non supera il punteggio oggi ha comunque la possibilità, durante l’anno, di fare degli esami di riparazione e se li supera si può iscrivere”.