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La variante Omicron del Sudafrica: “Gli elementi suggeriscono un aumentato rischio di reinfezione rispetto ad altre varianti”

Non solo in nemmeno due giorni l’hanno riclassificata, battezzandola ‘Omicron’, ma già dopo un serrato studio, gli esperti ricercatori dell’Organizzazione mondiale della sanità sono in grado di definire con certezza, che questa nova variante sudafricana del Covid, “E’ una “variante di preoccupazione”. Seguendo quanto spiegati ieri dall’epidemiologia, che riportiamo in un atro articolo.

Intanto, proprio come accennato nell’altro articolo, ”Sulla base delle prove presentate indicative di un cambiamento negativo nell’epidemiologia di Covid-19“, rispetto a questa nuova mutazione gli esperti consigliano all’Oms “Che questa variante dovrebbe essere designata come Voc”, tanto è che l’Oms ha subito recepito il messaggio, scegliendo la lettera dell’alfabeto greco che la identificherà da ora in poi.

Variante Omicron: “C’è il rischio di reinfezione con questa variante in confronto ad altre varianti di preoccupazione”

Come è stato stati in grado di ‘confermare’ rispetto a quanto già ipotizzato ieri, il team di esperti che ha esaminato i dati disponibili sul mutante, ha affermato che ”Ha un ampio numero di mutazioni, alcune delle quali preoccupanti. Gli elementi preliminari suggeriscono un aumentato rischio di reinfezione con questa variante in confronto ad altre varianti di preccupazione”.

Variante Omicron: “E’ stata rilevata a velocità più elevate rispetto ai precedenti picchi di infezione”

A preoccupare, e non poco, è che ”Il numero di casi di questa variante sembra essere in aumento in quasi tutte le province del Sudafrica“, oltretutto, rivelano ancora i ricercatori, i testi di diagnostica, eseguiti attraverso i molecolari “Continuano a rilevare la variante Omicron. Diversi laboratori hanno indicato che con un test Pcr ampiamente utilizzato uno dei tre geni bersaglio non viene rilevato e questo test può quindi essere utilizzato come ‘marker’ per identificare questa variante, in attesa di conferma del sequenziamento. Utilizzando questo approccio questa variante è stata rilevata a velocità più elevate rispetto ai precedenti picchi di infezione, suggerendo che Omicron potrebbe avere un vantaggio di crescita, oltre al già citato maggiore rischio di reiezione rispetto ad altre varianti di preoccupazione”.

Variante Omicron: “L’Oms comunicherà le nuove scoperte agli Stati membri e al pubblico, ‘se necessario’”

Dunque, assicurando che ”Sono in corso numerosi studi”, sia l’Oms che il gruppo di esperti Tag-Ve (che seguono costantemente l’evoluzione del virus), afferma che  si “continuerà a valutare questa variante. L’Oms comunicherà le nuove scoperte agli Stati membri e al pubblico, se necessario”.

Variante Omicron: “La prima infezione confermata nota proveniva da un campione raccolto il 9 novembre 2021”

Ricordiamo che la variante B.1.1.529, per la prima volta è stata segnalata dal Sudafrica all’Oms ‘appena’ il 24 novembre scorso. A ‘spaventare’ sin da subito nell’ambito della situazione epidemiologica della regione africana, sono stati i tre picchi distinti nei casi segnalati, l’ultimo dei quali è stato prevalentemente da variante Delta. Tuttavia però, in questa ultime settimane, “le infezioni sono aumentate vertiginosamente in coincidenza con il rilevamento della variante B.1.1.529. La prima infezione confermata nota da B.1.1.529 proveniva da un campione raccolto il 9 novembre 2021“.

Max

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Max Tamanti