Home ATTUALITÀ L’Antimafia siciliana nel paese di Messina Denaro

    L’Antimafia siciliana nel paese di Messina Denaro

    (Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – Il primo ad arrivare, poco dopo le dieci del mattino, è lui, il neo Presidente della Commissione regionale Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici. Con autista e auto a noleggio si è presentato al Comune di Castelvetrano, piccolo paese in cui 62 anni fa nacque il boss mafioso Matteo Messina Denaro. E dove vive tuttora la figlia, Lorenza Alagna, 26 anni, che ha preso i nome della madre. “Io non posso giudicare i sentimenti di una figlia verso il padre, è un problema che attiene a una sfera intima e privata. Mi auguro, però, che la figlia si renda consapevole del fatto che la strada che ha percorso il padre è una strada senza speranza perché, prima o poi vengono individuati, buttati in galera e probabilmente ne usciranno solo da morti”, si limita a dire ai giornalisti. Dopo alcune ore, quando finisce la seduta straordinaria della Commissione regionale antimafia, convocata a Castelvetrano per “dare un segnale di vicinanza” anche “ai cittadini”, Cracolici, aggiunge: “Ribadisco, non entro nel merito dei sentimenti tra padre e figlia, ma credo che una ragazza abbia il dovere di valutare cosa ci ha consegnato questa storia. Sappiamo che la storia della mafia ci ha consegnato solo tanta miseria e tanto arretramento, e se davvero vogliamo liberare la Sicilia da quel passato, dobbiamo saper prendere le distanze”.  

    Un invito, neppure velato, alla giovane di prendere pubblicamente le distanze del padre. Nei giorni scorsi, il legale della giovane, in una nota aveva smentito la volontà della ragazza di “volere rinnegare” il proprio padre. “Io non chiedo alla figlia di Messina Denaro di fare chissà cosa, ma le parole mai come ora sono come le pietre, dare il senso a una nuova fase, partendo da quell’applauso fatto ai carabinieri dai cittadini”, dice ancora Cracolici.  

    Una seduta lunga, terminata solo poco prima delle tre, nel corso della quale si è tenuto anche un Comitato per l’ordine e la sicurezza, convocato dalla Prefetta Filippina Cocuzza, alla presenza dei vertici di Polizia, Carabinieri e Gdf di Trapani. E poi, un incontro con i 25 sindaci della provincia, compreso quello dell’appena nata cittadina Misilscemi. 

    Poi, un breve incontro con la stampa, nell’aula consiliare del comune, durante il quale il Presidente Cracolici, denuncia: “Oggi è emerso che lo Stato non conosce l’elenco delle logge massoniche che sarebbero costituite, non solo a Trapani ma in tutto il paese. Avevamo la certezza che la Prefettura custodisse un elenco, ma non c’è”. A chi gli fa notare che su internet si trovano gli elenchi delle logge, almeno quelle non deviate, Cracolici replica: “Lo so, ma mi aspettavo che la Prefettura avesse n elenco ufficiale, invece, non esiste”. 

    Poi, il Presidente, arrivato con una folta delegazione della Commissione antimafia regionale, parla a lungo dell’arresto di Messina Denaro: “Se il suo arresto ha chiuso una stagione, dall’altro ne apre un’altra, cioè quella che il procuratore Maurizio de Lucia ha chiamato ‘borghesia mafiosa’, fatta da tante persone sconosciute, capaci di essere sul terreno dell’illegalità ma è quella rete di connivenza con la classe dirigente sui nostri territori”. “Tutti noi dobbiamo fare un salto di qualità, la politica, le forze dell’ordine, la magistratura, perché questa è la sfida di oggi”, ha detto. E poi aggiunge: “La politica ora eviti di spegnere i fari” sull’arresto di Messina Denaro. “E’ chiaro che in questo momento c’è un’attenzione particolare connessa alla cronaca, ma non ci dimentichiamo che in questi anni c’è stato un calo di tensione sui temi del contrasto alla mafia”. “In parte è stato dovuto al fatto che la mafia si è sommersa – dice – e in parte si è insinuata nel sistema economico attraverso la corruzione. Ha fatto meno sangue ma non è meno pericolosa”. “Il contrasto va alimentato anche con momenti di mobilitazione civile – dice – ad esempio, la Commissione antimafia sta sostenendo attivamente il fatto che dopo 40 anni si torni in uno dei territori chiave dove la mafia ha insanguinato la Sicilia, tra Bagheria e Casteldaccia. E saremo lì il 24 febbraio nel quarantennale della prima marcia antimafia. C’è bisogno di mobilitazione civile. E’ questa la ragione per cui oggi siamo qui”.  

    “La seduta della Commissione antimafia che facciamo oggi qui è la prima che facciamo fuori dal palazzo, abbiamo deciso di farla qui a Castelvetrano anche per manifestare non solo la nostra attenzione ma anche il nostro sostegno a quanti sono impegnati nella lotta alla mafia, a partire dalle forze dell’ordine”. “Pensiamo di mettere a disposizione degli strumenti migliorativi – dice – e in qualche modo di coordinamento che possano dare voce all’antimafia diffusa a cui i guardo. Io parto da quegli applausi per l’arresto di Messina Denaro”. Alla domanda sulla rete di protezione del boss mafioso, che per 30 anni girava indisturbato nel suo stesso territorio, ha detto: “Non escludo che ci siano esponenti istituzionali nella rete di protezione del boss Matteo Messina denaro, anzi è probabile”.  

    “L’azione investigativa dovrà fare luce su questo – dice – ma credo che anche un movimento dell’opinione pubblica, attraverso una politica che eviti di spegnere i fari, sia importante”. “E’ chiaro che l’Antimafia non fa indagini per individuare i fiancheggiatori di Messina denaro, però possiamo sostenere come possiamo con gli strumenti della politica, le forze dell’ordine a individuare quella rete che sicuramente c’è e c’è stata”. “Castelvetrano”, secondo Cracolici, “deve togliere questa onta che segnato questi ultimi 30 anni con la latitanza di messina Denaro. Questa è la città che deve andare oltre e superare questa rappresentazione che in qualche modo l’ha penalizzata…”.  

    “Dobbiamo alzare i muri, ad esempio migliorando il sistema anticorruzione, perché la corruzione è un passe partout con cui la mafia tenta di condizionare e pubbliche amministrazioni. Prima lo faceva con le bombe e gli incendi, oggi da i soldi. Ecco perché dobbiamo trovare strumenti nuovi, io sogno una pubblica amministrazione, una regione modello amazon. E parlo della tracciabilita delle procedure, bisogna sapere la responsabilità in capo a chi è”.