Le banche aumentano i costi in ossequio alle direttive dell’Unione europea

    Mentre s’inasprisce il braccio di ferro tra Roma e Bruxelless sulla manovra, le banche decidono di fare le “europeiste” e rincarano i costi di gestione dei conti corrente.
    Gli italiani sono un popolo di risparmiatori, e secondo le ultime stime ufficiali il risparmio privato si aggira intorno ai 4 mila miliardi di euro. Ma le tensioni degli ultimi giorni sui mercati finanziari, a causa della manovra economica del Governo gialloverde (M5S e Lega) spingono le banche a torchiare ulteriormente i correntisti italiani. La manovra finanziata in deficit non piace alle banche italiane ed Ue. Una recente indagine del “Corriere della Sera” dimostra che, come reazione, i costi di tenuta dei conti correnti e delle varie operazioni bancarie ad essi collegate sono tornati ad aumentare. I conti correnti sono comunque protetti dalla garanzia del Fondo interbancario fino a 100 mila euro, e gli interessi sui mutui non dovrebbero risentire eccessivamente dell’altalena dello Spread: comunque le spese di tenuta conto devono essere attentamente monitorate e tenute sotto controllo, perché le banche intendono dare la batosta proprio sulle spese. Anche perché, questa volta, le turbolenze dei mercati finanziari dovessero durare più del dovuto periodo, ed il contraccolpo sui correntisti sarà inesorabile.
    Come evidenzia l’indagine del “Corriere della Sera – Economia” in soli tre mesi, da giugno a settembre, la spesa di tenuta conto, per una famiglia italiana tipo con un’operatività media (intorno alle 230 operazioni bancarie all’anno) è passata dai 138 euro di giugno 2018 ai circa 141,6 euro a fine settembre 2018. Il “Corriere della Sera” ha preso in considerazione i principali 10 istituti bancari italiani compresa anche Poste Italiane. Gli importi considerati sono quelli dell’Isc, l’indicatore sintetico di costo annuo. Questo valore coincide con quello che, solitamente, nei finanziamenti è conosciuto come TAEG, ovvero tasso annuo effettivo globale, Rappresenta, quindi, il costo effettivo dell’operazione finanziaria espresso in percentuale che deve essere pagato dal cliente.
    Quindi contiene la remunerazione di tutti i fattori comprese le spese. L’aumento calcolato dallo scorso mese di febbraio 2018 è di circa il 6,5%. Ovviamente, esiste una profonda differenza fra banche online e sportelli tradizionali in termini di costi. Per le banche online si va da zero a 19 euro annui. Mentre le banche tradizionali vanno dal 34 ai 75 euro.
    Il “Corriere della Sera” puntualizza che da più di un anno il sito istituzionale di comparazione dei conti correnti è stato oscurato e si è ancora in attesa che venga emesso dal Governo il Decreto che permetta la sua riapertura. Nel frattempo l’indagine del “Corriere della Sera” ha potuto evidenziare come almeno 21 banche offrono dei conti correnti, in modalità home banking, le cui spese non superano i 50 euro annui. Mentre altri 24 istituti offrono conti tradizionali le cui spese non superano i 100 euro annui. Ovviamente, non viene considerata l’imposta di bollo di 34,20 euro che si paga solo sui depositi sopra i 5 mila euro.
    Dall’analisi del “Corriere della Sera” ad alzare maggiormente i prezzi sui conti correnti sono stati principalmente le Poste italiane che stanno commercializzando un conto BancoPosta con un Isc a 133 euro annui, la BNL – BNP che ha accresciuto l’Isc dei propri nuovi conti correnti di circa il 10%. Ma anche Unicredit ha alzato l’Isc del conto “Genius” per le famiglie con media operatività di circa l’8%. Questo fondamentalmente per aumenti sulla gestione di assegni e bonifici. Comunque da ottobre 2018, l’Isc del conto Unicredit dovrebbe calare leggermente e passare da circa 196,65 euro a circa 186,65 euro annui.
    Dal punto di vista dei costi di tenuta conto e dell’Isc, secondo l’indagine del “Corriere della Sera”, gli Istituti di credito più convenienti sono le BCC, le banche di credito cooperativo, seguiti dalle piccole Casse di Risparmio, come quella di Bolzano. Ma convengono molto anche Monte dei Paschi di Siena il cui conto costa circa 86 euro annui e Cariparma.
    Ovviamente, però, i più convenienti in assoluto sono i conti correnti online. Alcuni istituti di credito, come Bpm, Bper, Unipol, Banca Generali e Banca popolare di Bari li offrono addirittura a zero euro. Altro aspetto da tenere presente sono le diverse commissioni che le banche fanno pagare per le varie operazioni e che possono essere anche molto salate. Il consiglio, prima di sottoscrivere una nuova apertura di conto corrente, sopratutto se si opta per un conto tradizionale, è quello di leggere con molta attenzione i prospetti informativi. Senza dimenticare che per le famiglie con redditi medio – bassi c’è il conto corrente base gratuito che le banche dovrebbero fornire obbligatoriamente per legge. Ma c’è uno spettro che agita i sonni delle banche, è il “paradiso domestico”, i soldi sotto il mattone, quindi quattrini che sfuggono al controllo bancario