LE DONNE RAPPRESENTANO IL 52,7% DEI PENSIONATI E PERCEPISCONO ASSEGNI INFERIORI

    Hai voglia a riempirsi la bocca di ’quote rosa’, ’pari opportunità’, ’rispetto per la donna’, o aiuti alle mamme. Purtroppo in Italia la disparità tra i sessi è ancora troppo evidente e, come ricorda oggi l’Istat, anche da anziani ci viene ricordato: su 16 milioni di pensionati il 52,7% è composto da donne ma, attenzione, queste incassano mensilmente un assegno puntualmente più basso di quello percepito dagli uomini. Addentrandosi poi nel merito della questione, l’Istituto di Ricerca evidenzia che il reddito pensionistico lordo, mediamente, è stato di 17.580 euro, registrando un +257 euro rispetto all’anno precedente. Rispoetto a tale cifra però, rispetto a quelli degli uomini, le donne hanno ricevuto importi annuali di circa 6mila euro inferiori. Premesse le specifiche per le ’pensioni comuni’, qualcosa è cambiato, tanto che è che le pensioni di vecchiaia, dal +72,6% a favore degli uomini nel 2005, lo scorso anno sono scese al +62,1%. Purtroppo però , come accade per mille altri servizi pubblici (sanità in testa), anche nell’ambito pensionistico le differenze territoriali continuano ad allargarsi. Nel Nord-est ad esempio, l’importo medio supera del 18,2% quello delle pensioni del Mezzogiorno (che nel 2015 era il 17,3%). Purtropo, mera consolazione, per trovare un apercentuale ’favorevole’ alle donne, bisogna guardare al cumulo di più assegni pensionistici sullo stesso beneficiario che, meno diffuso tra i pensionati di vecchiaia (appena il 27,9% dei pensionati gode infatti di più trattamenti ), è invece ad appannaggio dei cosiddetti ’pensionati superstiti’ (ben il 67,4%) che, come si usa calcolare ora – in base alle aspettative di vita – è nella maggior parte dei casi rappresentato da donne (86,6%).
    M.