LE MANI DI MADURO SULLA COSTITUZIONE DEL VENEZUELA DOPO IL VOTO. ESPLODE IL CAOS: ALMENO 15 MORTI

    Una mattanza, così si può definire l’orribile conseguenza delle dure proteste da parte dei venezuelani respinto alle ambizioni ‘dittatoriali’ del presidente Nicòlas Maduro. E ieri, in occasione delle elezioni per l’Assemblea Costituente (che di fatto permetteranno a Maduro di poter mettere mano alla costituzione, fino a modificare o ‘ricostruire’ l’organigramma giudiziario), le ‘battaglie’ cittadine hanno avuto un bilancio drammatico: almeno 15 morti (superando così i 120 registrati negli ultimi 4 mesi di proteste), e un centinaio di feriti. Parlando di un “giorno nero, il leader dell’opposizione, Capriles definisce il presidente in preda a “un’ambiziosa malattia”. Dal canto suo Tibisay Lucena, presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne) venezuelano, affermando che 8,1 milioni di cittadini (pari a un’affluenza del 41,53%), avrebbero partecipato ieri al voto: “Il tasso di partecipazione – ha rivelato ai media – è stato alto e sorprendente, con il 41,53% degli elettori del Venezuela che ha votato, pari a 8.089.320 votanti’’. Tutte altre cifre invece quelle che sostiene l’opposizione, secondo cui soltanto 2,48 milioni di persone (dei 19,4 milioni aventi diritto di voto), si sarebbero recati alle urne, per un esito che gli opositori definiscono “la più grande frode elettorale nella nostra storia”. Tra i personaggi eletti figurano Cilia Flores – moglie di Maduro – loro figlio, e Diosdado Cabello , numero 2 del chavismo,.Raggiante, al termine delle consultazioni, il presidente si è rivolto al ‘popolo’ dalla centralissima Plaza Bolivar, a Caracas: “Si tratta del voto più importante che la rivoluzione abbia mai avuto in 18 anni di storia. La Costituente è nata con grande legittimazione. Abbiamo la Costituente, arrivata dalla mano del paese. I venezuelani questa domenica hanno dato una lezione di coraggio e valore”. Poi, cambiando espressione, Maduro ha minacciato l’opposizione che, se seguirà nella sua “pazzia, con le sue proteste contro il Governo, alcuni dei suoi dirigenti finiranno in una cella ed altri in un manicomio”. Ma qualcosa si sta muovendo: diversi paesi sudamericano – dichiarando di non riconoscere queste elezioni -hanno preso le distanze di Maduro e contro le sue ambizioni dittatoriali. Particolarmente duri gli Stati Uniti, che esprimono la loro condanna nei confronti del “voto per la creazione di una Assemblea costituente, concepita per rimpiazzare l’Assemblea Nazionale legittimamente eletta e per minare il diritto del popolo venezuelano all’autodeterminazione, prospettando cos’ forti e veloci azioni”, contro il governo del presidente. Attraverso un comunicato Heather Nauert, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha affermato che gli Usa si dichiarano “al fianco del popolo del Venezuela e dei loro rappresentanti costituzionali, nella loro volontà di ripristinare una democrazia piena e prospera. Continueremo ad assumere azioni veloci e forti contro gli architetti dell’autoritarismo in Venezuela. Condanniamo l’uso della violenza da parte del regime Maduro contro i cittadini che esercitano i loro diritti alla libertà di espressione, associazione e pacifica riunione”, ha aggiungendo infine che Maduro ha “messo da parte le opinioni e le aspirazioni del popolo venezuelano”.
    M.