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“Le mascherine potrebbero non bastare ad evitare il rischio di contagio”, l’Oms ‘colpisce ancora’

L'Organizzazione mondiale della sanità ha ripreso le sperimentazioni di idrossiclorochina

Non essendo virologi, medici o tecnici, ovviamente ci attendiamo a quanto ci viene detto anche se, come nel caso dell’Organizzazione Mondiale della sanità, ultimamente siamo stati investiti da notizie ed ipotesi per certi versi inquietanti.

Pochi giorni fa lo choc: il virus può restare nell’aria

E’ infatti di pochi giorni fa ‘un’uscita’ dell’Oms che fatto gelare il sangue a mezzo mondo, come quella secondo cui il coronavirus potrebbe resistere nell’aria diverse ore mantenendo inalterata la sua virulenza, il che equivale ad un quasi certo contagio per ciascuno di noi. Un’ipotesi in parte smentita invece dai nostri scienziati secondo i quali, sì – ma in casi eccezionali – il virus può rimanere nell’aria, ma soltanto per pochi minuti.

“Che le mascherine proteggano non esistono evidenze”

Così, mentre la maggior parte di noi tirava un sospiro di sollievo, stamane eccone un’altra: ”L’uso esteso di mascherine da parte di persone sane nell’ambiente della comunità non è supportato da prove e comporta incertezze e rischi. Non esistono al momento evidenze secondo cui indossare una mascherina (sia medica che di altro tipo) da parte di tutta la comunità possa impedire la trasmissione di infezione da virus respiratori, incluso Covid-19“. Questo, quanto pubblicato in un documento edito dall’Oms, articolato da linee guida sulle mascherine.

“Altra cosa è osservare anche distanziamento ed igiene”

Tesi ed ipotesi per altro già illustrate appena ieri dal direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus , secondo il quale “Indossare una mascherina è una delle misure di prevenzione che può limitare la diffusione di alcune malattie virali respiratorie, tra cui Covid-19, soprattutto in relazione alla percentuale di contagi – assai limitata – provenienti dalla vicinanza a persone asintomatiche. Visto dunque che, come confermato nei laboratori, che gran parte dei contagi sono da addebitare ai positivi sintomatici – rimarca il direttore generale – questa misura da sola non è sufficiente a fornire un livello adeguato di protezione: sia nel caso si usino o meno le mascherine, occorre rispettare al massimo le regole di dell’igiene delle mani e di distanziamento fisico. Gli studi sierologici determineranno la vera entità delle infezioni asintomatiche”.

“Debbono essere riservate agli operatori sanitari”

Oltretutto, ha tenuto a sottolineare Ghebreyesus, “l’uso di mascherine nella comunità può creare un falso senso di sicurezza, e un il rischio di trascurare altri elementi essenziali, come appunto l’igiene delle mani, l’evitare di toccare viso e occhi e il distanziamento fisico“.

Quindi, in primis, “le mascherine devono essere riservate agli operatori sanitari e l’uso estensivo potrebbe creare carenze di questi dispositivi per chi ne ha più bisogno. L’Oms continua a monitorare attentamente eventuali modifiche che possano influire su queste indicazioni intermedie. In caso di cambiamenti, verrà pubblicato un ulteriore aggiornamento”.

Max