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    L’economista Di Taranto: “Tassa di successione dopo 120mila morti? Colpisce famiglie vittime Covid”

    Non trova pieno consenso fra gli economisti la proposta di una tassa di successione avanzata dal leader del Pd Enrico Letta e rilanciata anche da Leu. “Innanzitutto vorrei allinearmi con quanto ha detto il premier Mario Draghi che questo è un momento in cui ‘si deve dare e non prendere’ ai cittadini” ma poi, “mi viene da osservare – e non vorrei mettere alcuna nota di cattiveria – che si propone di tassare la successione proprio dopo che abbiamo registrato 120mila morti a causa della pandemia”. A indicare questo orizzonte è l’economista Giuseppe Di Taranto, professore ordinario di Storia dell’economia e dell’impresa all’Università Luiss Guido Carli. Parlando con l’Adnkronos, Di Taranto osserva che “questo aspetto non è stato ancora sottolineato da nessuno e mi sembra, invece, da evidenziare perché un simile balzello va a colpire proprio le famiglie delle vittime del Covid-19”. “La successione deve essere fatta entro un anno dalla morte di una persona” e “dunque una simile tassa di successione, in questo momento, andrebbe proprio a colpire le famiglie che hanno avuto vittime a causa del Covid-19”. 

    Ma non è l’unico tema a lasciare perplesso l’economista. Una tassa di successione, avverte, “andrebbe a colpire gli immobili che sono la nostra garanzia sul debito pubblico”. “La proprietà immobiliare -argomenta- è infatti la garanzia del nostro debito pubblico perché siamo forse il primo Paese in Europa ad avere circa il 77% delle famiglie che hanno una proprietà immobiliare. E ciò rappresenta una garanzia in quanto la nostra ricchezza privata, sia mobiliare che immobiliare, è più del doppio rispetto al nostro debito pubblico e questa è una garanzia”. E anche su questo punto Di Taranto si rifà alle parole di Draghi “pronunciate nel 2018, ovvero che il debito italiano è sostenibile perché c’è capacità di restituirlo”. L’economista chiarisce quindi che “ove mai il Paese andasse verso un default, allora dovremmo puntare subito sulla scelta di una patrimoniale che ci tutelerebbe contro un eventuale default del debito pubblico”. “Ma parliamo di proposte e situazioni estreme” rileva.  

    Con queste argomentazioni sul tavolo, un tassa sull’eredità a Di Taranto
    sembra
    quindi “una proposta elettoralistica e che comunque non funziona”. “Vogliamo dare 10mila euro ai giovani per cosa?” chiede. “Molto meglio – sottolinea – aiutare i giovani con politiche attive per il lavoro cercando di far coincidere, a parte la quantità della domanda e dell’offerta, anche la qualità della domanda e dell’offerta di lavoro. Cioè , bisogna avviare i giovani verso quelle professionalità che richiede il mercato, ci vogliono nuove professionalità che tendino a soddisfare la qualità della domanda di lavoro”. Ed un altro aspetto da non tralasciare dare concreto supporto ai giovani “sono le politiche per la famiglia. Bisogna guardare al Family Act per dare contributi quando nasce un bimbo o per creare asili nido. Ed il Family Act é uno strumento, fra l’altro, collegato ad uno dei maggiori problemi del nostro Paese: la denatalità”. (di Andreana d’Aquino)