LEGGE DI STABILITA’:LA PROTESTA DI SINDACATI E REGIONI

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     Dopo la agitata manifestazione della FIOM-CGIL a Torino, Il ministro Poletti ha incontrato il leader della FIOM Maurizio Landini. L’impegno del governo a tutela dell’occupazione e’ stato ribadito dal ministro Poletti nel corso dell’incontro. C’e’ “l’impegno del governo – ha detto il ministro – per favorire in tutti i casi in cui cio’ sia possibile, un confronto tra la proprieta’ e le rappresentanze dei lavoratori, con l’obiettivo di tutelare la continuita’ delle produzioni e la salvaguardia dei livelli occupazionali”.Landini ha espresso al ministro le preoccupazioni per le situazioni di crisi di numerose attività produttive nazionali, e le conseguenti ripercussioni sul piano dell’occupazione. “Se il governo intende andare avanti su questa strada deve sapere che si sta assumendo la responsabilità di spaccare il paese, non di unirlo, e di incentivare il conflitto” ha affermato Landini al termine dell’incontro.

     Alle lamentele di Landini sulla legge di Stabilità  si sono unite quelle del Governatore della Lombardia Maroni

     “Il muro non lo abbiamo alzato noi. Io ero abituato, quando facevo il ministro, che prima discutevi con le regioni, facevi le proposte e poi le mettevi in Finanziaria. Qui, siamo noi che ci siamo trovati davanti un muro da scalare”.  replica Maroni, alla dichiarazione del ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, che dal  palcoscenico,  del Forum della Coldiretti di Cernobbio, aveva detto che sulla legge di Stabilita’ c’e’ spazio per dialogare con le Regioni ma l’importante e’ che non vengano alzati muri. “A luglio abbiamo fatto un accordo per la sanita’ – ricorda il governatore lombardo – che questa legge cancella unilateralmente. Piu’ muro di cosi’, non so. E’ caduto il muro di Berlino vediamo di far cadere anche il muro di Roma. Noi siamo disponibili, ma il muro lo hanno costruito loro”. Da qui l’auspicio del presidente della Lombardia di fare fronte comune sulla legge di Stabilita’ con le altre Regioni. . E ribadisce “non sono disponibile a dire ai cittadini lombardi, dopo che abbiamo governato bene, ridotto la spesa, fatto sacrifici enormi, che adesso devo alzare i ticket, l’Irpef e chiudere gli ospedali. Io non sono disponibile”. Nel dibattito interviene anche la Caritas  “Le misure specifiche anti-crisi finora introdotte non hanno generato effetti rilevanti. Il 2015 non sara’ per il nostro Paese l’anno della svolta” anzi, “il quadro economico e’ segnato da indicatori ancora piu’ negativi degli anni precedenti” si legge in una nota. , Con la poverta’ assoluta quasi al 10 per cento, le misure annunciate – sostiene la Caritias-  “non sono in grado di prendere in carico le poverta’ vecchie e nuove del Paese”. Uno dei motivi e’ il carattere “eccessivamente categoriale” di molti provvedimenti, cioe’ limitato solo ad alcune fasce di famiglie in condizioni di disagio. La Caritas, viene precisato, appoggia comunque il piano nazionale di contrasto alla poverta’ annunciato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, “a patto di rispettare alcune cautele”: Da parte sua, Caritas italiana ha erogato quest’anno, come fondi anticrisi d’emergenza per supportare le crescenti richieste dei centri d’ascolto, 5 milioni e 650.000 euro a 166 Caritas diocesane.