Home POLITICA POLITICA ITALIANA Legge elettorale: si cambia in 4 punti. Critiche Lega e Fdi

Legge elettorale: si cambia in 4 punti. Critiche Lega e Fdi

“Si tratta di un testo semplice per far partire il dibattito parlamentare da alcuni chiari punti: 1) l’abolizione dei collegi uninominali; 2) un impianto proporzionale; 3) la soglia di sbarramento nazionale al 5%; 4) la previsione di un diritto di tribuna”. Così, spiegando che che sarà “sarà presto in discussione in commissione”, Giuseppe Brescia (nella foto), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, ha annunciato che è stato depositato un testo di riforma della legge elettorale.
Dunque si riparte totalmente in altro modo, ha spiegato Brescia, dove anche le opposizioni possono contare con un confronto chiaro e costruttivo, eliminando così al tempo stesso quelle riforme elettorali di fine legislatura, spesso mosse da fini terzi.
Come illusra infatti il testo di riforma, “La legge elettorale vigente, alla luce dell’esperienza acquisita, ha dimostrato di non coniugare bene il principio di rappresentatività con l’obiettivo della stabilità. Al fine di meglio garantire il pluralismo territoriale e politico della rappresentanza, la presente proposta di legge interviene eliminando i collegi uninominali della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e rimodulando le soglie di sbarramento. Tale finalità è resa più rilevante anche alla luce dell’approvazione della legge che riduce il numero dei parlamentari”. Dunque, prosegue il testo, “Al fine di garantire un diritto di tribuna a quelle formazioni politiche che non raggiungono le soglie di sbarramento, si prevede che, alla Camera, siano eletti i candidati di quelle formazioni che ottengono almeno tre quozienti in almeno due Regioni, mentre al Senato siano eletti i candidati che ottengono almeno un quoziente nella circoscrizione regionale“.
Per quel che riguarda invece il proporzionale, “L’adozione di un sistema proporzionale avviene nella consapevolezza di dover evitare l’introduzione di incentivi alla frammentazione delle forze politiche e pertanto la soglia viene innalzata al 5 per cento dei voti validi espressi sul piano nazionale, mentre la riduzione del numero dei parlamentari giustifica l’abbassamento della soglia, a livello regionale, al 15 per cento (alla Camera per le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute)”.
Infine, in relazione al Parlamento, “Il sistema elettorale proposto sarà in grado di produrre un Parlamento, da un lato, realmente rappresentativo, che è il presupposto per una democrazia pluralista, e dall’altro, in grado di prendere delle decisioni che abbiano il consenso dei cittadini”

Aggiornamento, ore 15.38

Salvini: “Nostalgico dei ribaltoni il Pd vuol tornare al proporzionale”

Come dicevamo in un altro articolo, stamane Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, come primo firmatario ha annunciato la presentazione di un testo di riforma della legge elettorale, un’iniziativa subito commentata da Matteo Salvini che ha affermato: “Legge elettorale, il Pd ha nostalgia della vecchia politica e dei ribaltoni e vuole tornare al proporzionale: lasciamo decidere agli italiani, si faccia il referendum per una legge maggioritaria moderna ed efficiente, chi vince governa senza trucchi”.

Fdi, ecco il Germanicum: “un sistema portatore di inciuci”

Fra i più critici alla proposta anche Fratelli d’Italia, che attraverso i deputati Emanuele Prisco e Giovanni Donzelli (presenti in commissione Affari Costituzionali), la liquida subito affermando che “Il sistema elettorale proporzionale depositato dal presidente Brescia è lo stesso che in Germania ha portato ad un inciucio permanente”. Per i deputati di Giorgia Meloni si tratta infatti di “un ritorno alla palude della Prima Repubblica, senza però avere nemmeno quella preparazione politica nei protagonisti, e punta a consentire a M5S e Pd di poter rientrare dalla finestra quando con il voto i cittadini li faranno uscire dal portone principale dei palazzi che contano. Fratelli d’Italia si batterà in aula e fuori per impedire questo scempio e ribadisce che il sistema maggioritario era e resta la migliore soluzione soprattutto se accompagnato dalla madre di tutte le riforme: il presidenzialismo”.
Max