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L’ex agente di polizia Derek Chauvin è stato condannato per l’omicidio di George Floyd

La giuria del “processo del secolo” ha raggiunto un verdetto. Derek Chauvin, ex agente di polizia, è stato condannato per l’omicidio di George Floyd, afroamericano ucciso a Minneapolis lo scorso maggio, soffocato per nove minuti e ventisei secondi sotto il peso del ginocchio di Chauvin. Dopo tre settimane di processo e dieci ore di deliberazioni spalmate in due giorni, i dodici giurati hanno ritenuto l’ex poliziotto colpevole per tutti e tre i capi di accusa: omicidio colposo, omicidio di secondo grado preterintenzionale e omicidio di terzo grado. Ora rischia (con le aggravanti) fino a 40 anni di carcere. Spetterà al giudice, Peter Cahill, fissare l’entità della pena nelle prossime settimane. “Una svolta storica”, è il commento dell’avvocato della famiglia Floyd sulla sentenza. “Oggi abbiamo compiuto un passo in avanti contro il razzismo sistemico, che è una macchia per l’anima del nostro Paese”, ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che già mentre la giuria era in ritiro, prima della sentenza, aveva rotto il silenzio. “Prego perché il verdetto sia giusto – aveva annunciato – per me le prove sono travolgenti”. Centinaia di cittadini di Minneapolis, blindata nei giorni e nelle ore precedenti per possibili disordini in caso di una pena ritenuta non “esemplare” nei confronti di Chauvin, hanno accolto la condanna con entusiasmo davanti al tribunale della città. La morte di Floyd scatenò a Minneapolis e in tutti gli Stati Uniti le più grandi proteste per i diritti civili degli ultimi decenni.

Mario Bonito