LI HO SALVATI DAL FALLIMENTO, SCALFARI È UN INGRATO: GLI HO DATO UN PACCO DI MILIARDI

Non ha affatto digerito quanto affermato nei suoi confronti dal fondatore de ‘La Repubblica’, Eugenio Scalfari, ed ospite della Gruber a ‘Otto e mezzo’, Carlo De Benedetti, definendolo “un ingrato”, ha affermato: “Li ho salvati dal fallimento negli anni Ottanta e a Scalfari ho dato un pacco di miliardi pazzesco quando è stato liquidato, quindi Eugenio su di me deve solo stare zitto. Ho solo pagato dei prezzi, è solo la mia folle passione per il giornale che amo e per questo oggi mi duole che perda la sua identità, quella cioè di un giornale politico”. Oltretutto, ha aggiunto ancora De Benedetti, “non è mai successo che esca un editoriale non firmato. Un consiglio a Repubblica. Don Abbondio diceva che chi non ha il coraggio non se lo può dare’’. Storico editore del primo quotidiano tabloid, De Benedetti auspica che ‘Repubblica’ possa ritrovare presto la ’propria identità’’. Quando la Gruber gli domanda se farà mai un altro giornale, lui replica che ’’Mai nella vita, ma tutto quello che ho fatto per Repubblica lo rifarei. Sono monogamo in questo senso’’. Poi De Benedetti ha affrontato il tema delle elezioni, affermando che ’’Vista l’offerta politica di questo periodo voterò Pd’’. E l’eventualità con Di Maio premier? “Un disastro”, risponde l’ingegnere, spiegando che con i Cinquestelle sarebbe ’’l’incompetenza al potere. Se penso che di Maio potrebbe essere premier di questo Paese, ha ragione mille volte Berlusconi che da questo Paese bisognerebbe scappare. Per il suo curriculum non può essere premier’’. Ricorrendo poi al solito ‘gioco della’ che la conduttrice evoca per fargli dire chi salverebbe tra Berlusconi e Di Maio, De Benedetti non ha dubbi: ’’non sono d’accordo con Scalfari, tra Berlusconi e Di Maio meglio né l’uno nè l’altro’’. Quindi raccontato che ’’dopo che Scalfari ha detto quella sciocchezza a Di Martedì” il Cavaliere lo ha chiamato: “nella sua idea quello era un input partito da me non potendo concepire che fosse una idea di Eugenio’’, dice riferendosi alla risposta di ’salvare’ il leader di Fi nel gioco della torre con DiMaio. “Berlusconi mi ha detto ’parliamoci’: tu sei di sinistra e io di destra, ma qui esistono altri problemi per il Paese: io gli ho risposto ’tu fai politica, io no’. Non c’era niente da dirci’’. Poi la conduttrice de La7 chiede conto dei suoi acquisti in borsa sulle popolari, dopo aver avuto un colloquio con l’ex premier Matteo Renzi: ’’Tutto è un po’ ridicolo, era un segreto di pulcinella ed era nel programma – spiega De Benedetti – lui mi ha semplicemente detto quella cosa la faremo senza usare la parola decreto. Io ho dato l’ordine di ’hedgiare’, è una cosa che costa dei soldi, ho comprato delle put; se uno sa che la cosa si fa la settimana dopo non si protegge’ dalle oscillazioni di borsa. Il caso ’è stato solo uno sfizio di Vegas che è stato scornato”, ch e poi la Consob “ha archiviato” anche se è stata poi proprio la Consob a inviare il dossier alla procura che poi ha chiesto l’archiviazione. E dunque il suo broker non era intercettato ma, registrato: “Al mio broker parlo tutte le mattine, quello di parlare con lui tutte le mattine è normale, la cosa è allucinante”. Dunque citare Renzi nella conversazione ’’non aggiungeva niente era una cosa del tutto pleonastica”, spiega l’ingegnere che aggiunge: “Ho visto presidenti del Consiglio di tutti gli schieramenti, da Craxi a D’Alema, ho visto anche Berlusconi; sono stato a colazione da Clinton, a Berlino da Schroeder, e con la Tachter”.
M.