POLITICA

Libia: Haftar denuncia l’arrivo a Tripoli di armi dalla Turchia

Nel corso di una conferenza stampa Ahmed al-Mismari, portavoce dell’autoproclamato esercito nazionale guidato dal generale Khalifa Haftar, ha dichiarato che ieri nel porto di Tripoli una nave turca ha consegnato armi, munizioni e missili antiaerei al governo di accordo nazionale di Fayez al-Sarraj. La consegna è avvenuta grazie alla scorta di due navi da guerra turche.

Il portavoce al-Mismari ha proseguito la conferenza chiamando in causa la comunità internazionale e il ruolo che essa intende avere di fronte “a questa pubblica invasione turca”.

Ieri inoltre la fregata turca Tcg Gaziantep incrociava a largo della Libia. Il ministero della Difesa turco ha twittato che la nave da guerra soccorreva migranti. Diverso il parere dell’emittente televisiva degli emirati arabi, Al Arabiya (vicina ad Haftar), che ha denunciato la Turchia di aver fatto sbarcare a Tripoli armi e soldati, venendo meno agli accordi presi a Berlino il 19 gennaio.

Scontro a distanza anche tra il presidente francese Emmanuel Macron e il portavoce del ministero degli Esteri turco Hamy Aksoy. “È un’esplicita violazione di ciò che il presidente Erdogan si era impegnato a fare nel vertice di Berlino” ha affermato Macron. Secca la replica di Ankara: “La Francia è la principale responsabile dei problemi della Libia dal 2011”.

L’ottimismo e la tregua annunciati a Berlino sembrano destinati al fallimento. Più che proclami di pace servirebbero interventi concreti per evitare ingerenze esterne nel paese libico, ma l’afasia che ha colpito l’Unione europea e la sua incapacità di avere una visione unitaria ha consentito ai leader internazionali, vedi Erdogan, di mettere le mani su territori da tempo adocchiati.

Mentre l’Italia ha gettato la spugna con gran dignità nel poter aver un ruolo di primo piano nel conflitto.