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Libia, naufragio: almeno 45 morti

Sarebbe almeno di 45 morti il bilancio, in questo preciso momento, del naufragio avvenuto al largo della Libia. Almeno 45 morti, mentre si continua a provare a fare chiarezza sulla vicenda e a far luce sul naufragio “il più grande registrato quest’anno”.

Naufragio al largo della Libia: almeno 45 decessi

Sarebbero almeno 45 le persone morte in un naufragio avvenuto al largo della costa libica, “il più grande registrato quest’anno”: lo ammette in un tweet l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), che accanto all’Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, incoraggia “un’azione urgente”. “Senza un’operazione di ricerca e salvataggio e un meccanismo di sbarco dedicati e guidati dall’Ue, si perderanno altre vite nel Mediterraneo”. E, indicano: “I recenti ritardi e la mancata assistenza sono inaccettabili”.

LOim e l’Unhcr si spendono in un “profondo dolore” per la tragedia. All’incirca 37 sopravvissuti, provenienti in larga parte da Senegal, Mali, Ciad e Ghana, sono stati soccorsi da pescatori locali e posti in stato di detenzione dopo lo sbarco. I quali avrebbero riferito al personale dell’Oim che altre 45 persone, compresi cinque minori, hanno perso la vita a causa dell’esplosione del motore dell’imbarcazione al largo della costa di Zuara.

A fronte di quest’ultimo tragico evento, le due organizzazioni lanciano un appello “affinché si riveda l’approccio degli Stati alla gestione dei soccorsi nel Mediterraneo. È necessario rafforzare con urgenza le attuali capacità di ricerca e soccorso volte a rispondere alle richieste di soccorso“.

Le due organizzazioni ricordano: “Si continua a registrare l’assenza di programmi di ricerca e soccorso dedicati e a guida Ue. Temiamo che senza un incremento immediato delle capacità di ricerca e soccorso, ci sia il rischio che si verifichino disastri analoghi a quelli in cui si è registrato un elevato numero di morti nel Mediterraneo centrale, prima del lancio dell’operazione Mare Nostrum”, mentre esprimono “forte preoccupazione per i recenti ritardi nelle operazioni di ricerca e soccorso. Esortiamo gli Stati a rispondere rapidamente al verificarsi di tali eventi e a mettere a disposizione in modo sistematico e strutturato un porto sicuro per le persone soccorse in mare”.