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“L’indice Rt cresce molto meno, deve portarsi sotto l’1. Campania verso il rosso”, annuncia Brusaferro (Iss)

Da una parte la risposta del precedente Dpcm, dall’altra il buonsenso di molti nostri connazionali, così, seppure ‘molto lentamente’, la situazione nuovi contagi nel nostro Paese sembrerebbe iniziare a dare segnali di rallentamento.

O meglio, così sembrerebbe, stando ai monitoraggi effettuati nella settimana compresa fra il 26 ottobre ed il primo novembre.                               

Agli esperti è infatti saltata agli occhi la stabilizzazione dell’indice di contagio Rt. Un dato, spiega Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, dal quale si evince che la trasmissibilità attuale “mostra un certo rallentamento della curva, si riduce la crescita rapidissima dei casi. Ma non dimentichiamo che per ridurre il numero dei casi bisogna portare l’Rt sotto 1”.

Brusaferro (Iss): “Si sta decidendo se portare anche la Campania nella zona rossa”

Ieri, riferiscono alcuni fonti che hanno preso parte al vertice della cabina di regia, è stato proprio Brusaferro (nella foto), in tarda serata, a contribuire con questi dati alla ‘retrocessione’ di ben 5 regioni nella fascia arancione.

In queste stesse ore si sta ad esempio discutendo se agire nei confronti della Campania, a quanto sembra prossima scivolare nell’area rossa.

Brusaferro (Iss): “La maggior parte delle regioni sono a rischio alto o moderato”

Insomma, se è vero che da una parte qualcosa in meglio inizia a muoversi, tuttavia il presidente dell’Iss tiene a ricordare che la maggior parte delle regioni attualmente “sono a rischio alto o moderato. Ci troviamo in una fase di mitigazione – ha spiegato l’esperto – ovvero una situazione in cui sono necessarie misure sociale per rallentare i contatti tra le persone e quindi la diffusione del virus. Le raccomandazioni sono sempre mascherina, distanziamento e igiene delle mani, che restano le misure principali”.

Brusaferro (Iss): “Pazienti che hanno dei bisogni per altre malattie devono dilazionarli”

Del resto, persiste un preciso segnale davanti al quale non si può certo tergiversare: “la curva dei ricoveri è molto ripida – tiene infatti a ribadire – sta crescendo rapidamente, e anche le percentuali di occupazione si avvicinano rapidamente alle soglie critiche, anche per le terapie intensive. In alcune Regioni sono già superate. Vuol dire che i cittadini che hanno dei bisogni per altre malattie devono dilazionarli perché quel letto è occupato per esigenze relative al Covid“.

Brusaferro (Iss): “Ci preoccupa l’innalzamento dell’età, verso le categorie più a rischio”

C’è inoltre da segnalare il preoccupante innalzamento dell’età media dei malati, ora vicina 50 anni mentre, spiega “parallelamente l’età over 70 comincia ad avere un numero crescente di casi“. Come infatti risaputo,”una parte significativa delle complicanze più complesse e degli esiti purtroppo infausti toccano queste categorie“.

Locatelli (Css): “C’è una decelerazione, frutto delle misure già poste in essere”

Dal canto suo Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità riconosce che “Quell’accelerazione marcatissima delle scorse settimane è venuta meno, c’è una decelerazione che è il frutto delle misure già poste in essere”. E’ già qualcosa di positivo che però “deve servirci per darci motivazione nel seguire le regole mantenendo la responsabilità e i comportamenti individuali. Avere un Rt stabile va letto in senso positivo, ovviamente ci aspettiamo che con il trascorrere dei giorni i dati possano ulteriormente migliorare”. Certo, tiene a ribadire Locatelli, fondamentale sempre il comportamento dei cittadini, dalla cui correttezza nel seguire le norme dipende la possibilità di dover ripiegare a soluzioni molti già restrittive.

Locatelli (Css): “I medici di medicina generale per supportare l’emergenza”

Altro tema da sottolineare, il ruolo della medicina territoriale che, ancor più nelle aree maggiormente a rischio, può fungere da filtro così da far respirare il sistema ospedaliero, ormai stremato: “Su richiesta del ministro Speranza – ha infatti spiegato Locatelli – è stato appena finalizzato un documento di riferimento, di indirizzo e di supporto per i medici di medicina generale, che partendo dal monitoraggio della saturazione fornisce loro degli orientamenti per aiutarli in questa prospettiva”. Un documento, che comprende anche riferimenti ai “trattamenti farmacologici da intraprendere in base allo stato clinico del malato, cosa possiamo ritenere efficace sulla base dell’esperienza accumulata”.

Oltretutto, ha aggiunto il presidente del Css, ci si sta organizzando “per dotare capillarmente il territorio nazionale di saturimetri, che devono diventare una sorta di secondo termometro per seguire il monitoraggio dei soggetti infettati che sono a domicilio“.

Max