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“L’interesse del Paese deve venire prima di quello dei partiti, noi ci siamo”, ‘avverte’ Salvini

L’appello del Presidente Mattarella è stato molto chiaro: un invito esteso a ‘tutte’ le forze politiche del Paese, per una volta chiamate a lavorare insieme per il Paese, mettendo da parte gli interessi ideologici personali. Un invito che, Giorgia Meloni a parte (qui non si tratta di essere coerenti, ma di emergenza), ha per la verità trovato un po’ tutti concordi.

D’altra parte, con la ‘garanzia’ rappresentata da una figura di ‘caratura mondiale’, come quella di Mario Draghi (che solo a nominarlo, lo spread è crollato da 300 e meno di 100!), quale migliore occasione per affrontare problemi serissimi (dallo sblocco dei licenziamenti allo stesso Recovery), dai quali ‘nessun’ partito italiano ne sarebbe mai uscito ‘illeso’?   

Certo, il Pd ha risposto ‘presente’, così come Leu – e buona parte del M5s – ciascuno sapendo di poter contare ‘sull’ombrello’ rappresentato della presenza degli ex alleati.

Ma allo stesso modo, proprio in virtù della ‘promessa’ di Berlusconi, ed all’ok di Cambiamo, anche il ‘riluttante’ Salvini in queste ore starebbe maturando l’idea di aderire.

Salvini ‘avverte’: “Noi non facciamo le cose a metà, se ci siamo ci siamo”

E’ vero, mancano ancora 24 ore, e la mente spesso raggiunge mete e velocità inimmaginabili, dunque nulla è dato per scontato. Tuttavia, attraverso una rapida lettura dei ‘diktat’ leghisti che hanno accompagnato questa vigilia di consultazioni, oggi risaltano più che altro il “no a ipotesi di appoggio esterno”, e “no a governi tecnici”.

Dunque, perché non aspirare a dei ministri? Ed allora, proprio in queste ore il leader del Carroccio ha già lanciato un ‘avvertimento di assaggio’: “Noi non facciamo le cose a metà, se ci siamo ci siamo”.

Salvini: “Con Draghi non diremo non voglio tizio. Ci siamo, pronti a metterci la faccia”

E mentre nelle stesse ore la Meloni si dichiarava fuori (ma garantendo l’appoggio di Fdi dall’esterno), Salvini ha pienamente colto il senso dell’appello di Mattarella: ”Chi sono io per dire ‘tu no’. Noi con Draghi non diremo non voglio tizio. Noi ci siamo, pronti a metterci la faccia”.

Salvini “Ora l’interesse del Paese deve venire prima di quello dei partiti”

Poi, su Twitter, tutto è sembrato ancora più chiaro: “Se parteciperemo lo faremo da primo partito italiano. Con il professor Draghi parleremo domani della nostra idea di Italia, non possiamo dire ‘sì’ o ‘no’ a prescindere, in un momento in cui l’interesse del Paese deve venire prima di quello dei partiti”. Quindi, rispetto ai numerosi veti inizialmente dichiarati, il ventaglio delle ‘contestazioni’ sembra essersi notevolmente ridotto: “Di certo diremo di no all’aumento delle tasse e Imu, no alla patrimoniale evocata da Grillo, no all’azzeramento di quota 100. Gli italiani chiedono coraggio e serietà”. Domani alle 11 ne sapremo di più…

Max