LITORALE, PESCHERIE SOTTO I RIFLETTORI IN VISTA DEL CENONE DI CAPODANNO

Tutela del consumatore, rispetto delle vigenti disposizioni sugli scambi commerciali nazionali e internazionali e rispetto delle norme a tutela degli stock e dell’ecosistema: sono questi gli obiettivi dell’operazione “Clear label”, l’attività di controllo sull’intera filiera ittica disposta dal Comando Generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera. Sono 5690 gli uomini coinvolti nell’operazione: per tutto il mese di dicembre con 292 mezzi aeronavali hanno effettuato più di 8.023 controlli su tutto il territorio nazionale e hanno sequestrato oltre 700 tonnellate di prodotti ittici illegali o in cattivo stato di conservazione, per un importo in sanzioni amministrative pari a 1.097.185 euro. L’operazione, condotta sia in mare che a terra, ha preso di mira i punti di sbarco, circa 550 centri di distribuzione all’ingrosso, 436 mercati ittici, pescherie e oltre 658 ristoranti.  Gli uomini e le donne della Guardia Costiera hanno riscontrato illeciti che vanno dalla truffa e frode ai danni del consumatore finale, all’immissione in commercio di prodotti ittici sottomisura o provenienti da zone di cattura estera non consentite, fino alla contraffazione delle indicazioni geografiche e della denominazione di origine o alla mancanza di tracciabilità del pescato. Nel napoletano sono state sequestrate 230 tonnellate di prodotti ittici e alimentari, sia freschi che congelati, grazie alla collaborazione tra Guardia Costiera e Corpo Forestale dello Stato, in coordinamento con il nucleo investigativo della Procura di Napoli. Questi i numeri dell’operazione: circa 30 esercizi commerciali e depositi ispezionati, 21 illeciti rilevati,  13 sequestri amministrativi eseguiti, 9 notizie di reato accertate, i cui responsabili sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, e altrettanti  sequestri penali effettuati per prodotti in cattivo stato di conservazione e adulterati, immessi sul mercato sotto la taglia minima consentita e privi della prevista tracciabilità. Nell’ambito di tale operazione sono stati inoltre sottoposti a sequestro 5 tonnellate di mitili allevati in un campo abusivo nello specchio acqueo antistante il litorale partenopeo rinvenuti dalla componente subacquea della Guardia Costiera. A Bari i militari del nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto hanno sequestrato 532 tonnellate di prodotti ittici, per un valore commerciale che va oltre i 5 milioni di euro, ed hanno rilevato 22 illeciti amministrativi per la vendita di prodotti ittici privi di regolare etichettatura e per violazioni delle norma sulla rintracciabilità. L’ispezione più significativa ha riguardato una piattaforma logistica sita nell’interland barese, dove un’ingente quantità di tonni “pinna gialla” – circa 485 tonnellate stipate alla rinfusa in centinaia di cassoni d’acciaio – è stata rinvenuta priva delle informazioni obbligatorie necessarie ai fini di assicurarne la provenienza e le caratteristiche alimentari. Si tratta del sequestro di esemplari interi di tonno più importante che risulti essere mai stato eseguito nel territorio nazionale. E ancora, sequestrate a Vibo Valentia 17 tonnellate di prodotti ittici; il pescato era stipato in una cella frigorifera di circa 230 mq per la quale si ravvisavano alcune carenze igienico sanitarie per non tralasciare il fatto che gran parte del prodotto ittico era posizionato direttamente a terra. A Chioggia sequestrati invece 864 kg di tonno rosso privo della documentazione prevista e a Genova più di 12 tonnellate tra salmoni, sgombri e carpe sono state poste sotto sequestro dagli uomini della Guardia Costiera perché prive di tracciabilità ed etichettatura.  “Nel corso delle festività natalizie, il consumo del pescato, come da tradizione, cresce sensibilmente e con esso il rischio di frodi a danno del cittadino – ha dichiarato l’Ammiraglio Ispettore Capo Felicio Angrisano, Comandante Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera – Diventa così importante e determinante il nostro intervento, allo scopo di garantire il consumatore e la regolare commercializzazione dei prodotti ittici. Non è mai bello parlare di cifre, ma in questo caso rispecchiano più che mai lo sforzo e la professionalità del personale delle Capitanerie di porto che, per mezzo di squadre specializzate, hanno dato atto, in sintonia a quanto delineato dal Ministro delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali, On. Nunzia De Girolamo, ad una forte attività investigativa a favore del consumatore e degli onesti produttori e pescatori. Oggi un consumo sicuro e sostenibile di prodotti ittici non può, infatti, prescindere dai controlli sulla qualità e la provenienza del pescato, che estendiamo all’intera filiera alimentare, dal momento della cattura sino alla distribuzione ed al consumo finale. Ma la vera essenza dell’attività svolta dal personale della Guardia Costiera mira, in via prevalente, alla tutela delle specie ittiche, la cui protezione è indispensabile per rispettare il ciclo naturale e biologico di riproduzione, in grado di assicurare al mare, all’ambiente e quindi alle future generazioni, quella insostituibile risorsa che è la fauna marina. Tale protezione, il Corpo delle Capitanerie di porto, la realizza attraverso una mirata attività di formazione ed informazione rivolta ai pescatori, ai commercianti, ai ristoratori, ai cittadini che, meritando la giusta tutela, impongono a quello stesso personale una rigida fermezza nel prevenire e reprime ogni tipo di “violenza” che sfocia in quella pericolosa “ittopirateria” in grado di disorientare i consacrati diritti. Per tutto quanto evidenziato, durante il periodo natalizio sono stati attivati numeri di immediata rintracciabilità di Ufficiali e Sottufficiali, esperti in materia, in grado di offrire all’utente chiamante adeguate risposte ai propri dubbi ma anche di ricevere segnalazioni di abusi”.