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Livorno, ancora un tragico rave: muore una 30enne

Da un lato una forma di ‘spettacolo’ che in realtà, come vedremo, è molto redditizia per chi l’organizza (spese minime: sicurezza relativa, nessuna tassa, gestione diretta della vendita di alcolici ed ‘altro’), dall’altra una pesante e tragica casistica che fa di questo svago alternativo una sorta di pericolo itinerante. Ci riferiamo ai rave, quei raduni musicali – elettronici – organizzati a ‘sorpresa’ (spesso attraverso un capillare tam-tam), in luoghi abbandonati come vecchi capannoni agricoli o, come in questo caso, in edifici vetusti un tempo occupati da fabbriche. Purtroppo, vuoi per la tempestività dell’evento per ovvie ragioni non sufficientemente ‘bonificato’ dalle forze dell’ordine, o per la cupidigia di molti pusher – che non esitano a ‘tagliare’ le sostanze stupefacenti con medicinali o, peggio, a confezionare pasticche con robaccia chimica – spesso questi raduni finiscono in disgrazia.
L’ultima in ordine di tempo ci porta a Livorno dove, dallo scorso venerdì a ieri sera è andata in scena una no-stop all’interno dell’ex complesso industriale della Trw-Delphi, letteralmente invasa da centinaia di ragazzi. Per quanto possibile, una volta avuta notizia del party non autorizzato, le forze dell’ordine hanno tentato di seguire controlli, cercando di arginare per quanto possibile lo spaccio ad esso legato. Ma non è bastato.

“Correte c’è una donna priva di sensi”

E’ stata infatti la telefonata anonima di un uomo ad avvertire gli operatori del 112 che all’interno dell’ex stabilimento giaceva una donna priva di sensi. E’ stato così rinvenuto il corpo senza vita di una 30enne romana, ma da tempo residente nel pisano, a Vecchiano.
Ciò che sconcerta è proprio l’età della vittima, non un’adolescente ma una ragazza matura, ‘teoricamente’ preparata a tali situazioni. Che abbia assunto sostanze acquistate da sconosciuti? Sarà l’autopsia a chiarire le dinamiche della morte.
Mentre la polizia ha iniziato a rintracciare ed interrogare alcuni dei partecipanti al rave (vi sarebbero già dei denunciati), ‘avuta notizia’ dell’imminente ‘party’, il sindaco livornese Luca Salvetti aveva subito chiesto al prefetto d’intervenire, cercando anche la proprietà della struttura: “Ancora una volta un sito privato dismesso viene utilizzato, senza autorizzazione, per un iniziativa che sembra destinata ad accogliere centinaia di giovani e aveva tenuto a sottolineare il primo cittadino – si presume, anche, senza le dovute misure di sicurezza. Al di là di ogni valutazione dal punto di vista sociale e delle politiche giovanili, si tratta di una questione molto seria dal punto di vista dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini coinvolti“.
C’è inoltre da segnalare che, cercando di documentare quanto stava avvenendo, un giornalista è stato aggredito e minacciato di morte. Insomma, cose serie, altro che divertimento…
Max

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Di
Max Tamanti