Lo spread si ripercuote su Wall Street

    Le trattative di lunedì sera a Wall Street sono terminate in ribasso. Un insieme di elementi ha determinato la svendita di titoli di Wall Street: la battaglia commerciale tra Usa e Cina, che fa temere per i produttori di microprocessori, che hanno paura di essere tra le vittime della disputa tra Washington e Pechino. Nuovi segnali negativi per Wall Streer giungono dalla richiesta di iPhone di casa Apple e dai vari scoop che hanno riguardato Facebook (-5,7%). Il timore per gli azionisti di Wall Street è che tali vicende conducano a capovolgimenti nel settore tech (quello che negli ultimi tempi ha sorretto i titoli Usa e che ieri ha perso il 3,8%). Il calo sui minimi biennali e più dell’indice che valuta la fiducia dei costruttori Usa ha riacceso le paure per un nuovo arresto dell’economia, che per il presidente della Fed di New York rimane però immutata. Alla fine delle trattazioni, Alphabet (-3,8%) – la holding di Google – ha accompagnato Facebook, Amazon (-5,1%) e Netflix (-5,5%) aprendo le porte per la prima volta in sette anni in campo “orso”, stabilito da un calo di almeno il 20% dall’ultimo rilevamento. Apple (-4%) ha evitato di caderci per un pelo avendo ceduto il 19,9% dal massimo di inizio ottobre. Alla fine il Dow Jones ha perso l’1,56%, l’S&P 500 è scivolato dell’1,66% e Nasdaq ha perso il 3%. Apertura immutata per l’euro che segnala nelle prime trattative 1,145 dollari. Non cambia di tanto neanche la sterlina a 1,1283 (-0,1%) in attesa del futuro sulla Brexit. Nei mercati asiatici lo yen si rafforza sul dollaro a 112,5. Negli States oggi sull’agenda vi sono i dati sui nuovi cantieri, mentre in Francia il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 9,1% nel terzo trimestre e in Germania i prezzi legati alla produzione sono aumentati dello 0,3% a ottobre, in linea con le attese.