LO STUPRO A ROMA: SOCIAL SENZA CONTROLLO, SBANDATI IN BALIA DI SE STESSI, MA CHI CONTROLLA?

    A facilitarlo nei suoi atteggiamenti da sbruffone del web è stata l’ingenuità di due ragazzine che, pagandone poi amaramente le terribili conseguenze, sono cadute nella trappola tesagli dal bullo del web, e non solo. Il suo profilo, per certi versi simile a quello di tanti altri suoi coetanei, obnubilati da modelli estetici ai limiti del trash, illustra gesta e modi che poco si addicono a una condotta di vita ’tipo’. A lui piaceva apparire in abiti firmati, o a petto nudo con i tatuaggi in bella vista, lanciando frasi tracimanti di sicurezza come “Single ma mai solo”, o domandando alle giovani utenti: “Solo per curiosità a chi piaccio?”. Tra le cose pubblicate nella sua pagina ormai circa un fa, accanto a qualche filmato hot, vi sono video postati in diretta menre gira per Roma con i suoi amici. Per tutti è Alessio il Sinto, ma in realtà il 21enne che ha sequestrato e stuprato le due ragazzine romane di 14 anni si chiama Mario Seferovic, ed è nato Roma da una famiglia di origini bosniache, e cresciuto in un campo nomadi della Capitale, noto per essere una sorta di terra di nessuno dove, accanto alla sporcizia, maturano nell’ombra veri e propri criminali. Quello che ha combinato con la complicità di un suo amico 20enne ha sconvolto il Paese intero. Aver adescato due ragazzine con l’intento di abusarne, rovinandole per sempre, è un fatto di una gravità sconcertante, e ci si domanda come si possa arrivare a tanto pensando per giunta di poterla fare franca. Su di lui ora pesano accuse grtavissime come violenza sessuale di gruppo continuata, e sequestro di persona continuato in concorso. L’episodio, oltre ad aver sottolineato la terribile ciclicità di questo tipo di reati, rilancia anche lo stato di assoluta emergenza in cui versa la Capitale dove, come vediamo ogni giorno, dietro l’indiscutibile palizzata della non discriminazione, si lascia campo libero a un’infinità di balordi. Non utlimo, ma è ormai una guerra persa, il ruolo dei social: una sorta di limbo dove imperversano anche figure e personaggi inquietanti, le cui evidenti ’inclinazioni’ non subiscono nessun tipo di monitoraggio.
    M.