Luigi Di Maio e la questione delle carte elettroniche

    È bastata poco più di una settimana al vice-premier Luigi Di Maio, per trasformare un “ordine di stampa” in un “ho dato mandato al mio staff di lavorare con Poste…”. e così il proclama altisonante di Luigi Di Maio alla trasmissione Piazza Pulita di Corrado Formigli s’è rivelata una farsa. Durante il programma Luigi Di Maio aveva dichiarato testualmente: “Abbiamo già dato mandato di stampare i primi 5-6 milioni di tessere elettroniche che arriveranno a casa e saranno carte di credito come tutte le altre”. La notizia aveva suscitato qualche perplessità: chi è l’esecutore reale del mandato, sulla base di quale concorso, quali sono le questioni tecniche e i responsabili dell’appalto? Interrogativi rivolti ieri sera alla sottosegretaria all’Economia Laura Castelli (M5s), che ha preso parte a Otto e mezzo su La7: “Le tessere per il reddito di cittadinanza e altre cose sono dettagli che renderemo noti tutti assieme. È vero che le tessere si stanno stampando”, dice. Il giallo-tessere tiene ancora banco: Castelli viene pressata in commissione Bilancio della Camera dai deputati dem che poi si recano al Ministero del Lavoro per fare richiesta di accedere agli atti. Fratelli d’Italia pone una domanda d’interrogazione a Di Maio e al ministro dell’Economia Giovanni Tria per conoscere se sono “già in stampa in una non precisata tipografia milioni e milioni di tessere per l’erogazione del reddito di cittadinanza”.Nello sforzo di placare gli animi in questo vero e proprio giro di scontri ci mette becco anche il Ministro del Lavoro stesso che, da Bruxelles, esclama: “Visto il giallo delle tessere,preciso che io già da due settimane ho dato ordine al mio staff di lavorare con Poste per avviare tutto il progetto del reddito di cittadinanza, che include anche la stampa delle tessere”. Nessuno ordine di stampa, dunque. Solo un incontro, un confronto, una revisione tra lo staff di Di Maio e Poste, con la probabile presenza di Inps, Caf, Centri primo impiego e altri diretti interessati nel reddito di cittadinanza.