M5S e 2×1000, Di Battista: “Un tempo neanche sotto tortura”

“Il Movimento, nel 2013, rifiutò 43 milioni di euro di finanziamento pubblico ed era un bel Movimento. Il Movimento votò contro la legge del governo Letta che istituiva il 2X1000 ai partiti sostenendo che fosse un finanziamento pubblico mascherato (sempre soldi pubblici sono) ed era un bel Movimento”, scrive sui social Alessandro Di Battista, commentando la decisione del M5S di aderire al 2×1000, scelta che passerà al vaglio del voto online degli iscritti.  

Parola agli iscritti, lunedì o martedì mattina, quindi per decidere se il M5S dovrà aderire al 2xMille. Lo ha deciso il leader Giuseppe Conte al termine dell’assemblea congiunta dei gruppi grillini, dove la stragrande maggioranza degli eletti si è detta favorevole all’ipotesi di adottare questo strumento per rimpinguare le casse del Movimento 5 Stelle. Un passaggio importante, ha spiegato Conte, che andrà “affrontato sul web. La votazione non solo è opportuna ma necessaria”.
 

“Il Movimento chiedeva ai suoi portavoce di restituire il Tfr a fine mandato – scrive ancora Di Battista – Io l’ho fatto. Il Movimento sosteneva che si potesse fare politica con pochi soldi ed era un bel Movimento. Il Movimento ha chiesto un mucchio di volte denari ad iscritti, attivisti e simpatizzanti e di denari ne arrivavano sempre. Decine di migliaia di piccole donazioni che ci hanno permesso di organizzare ogni tipo di evento”.  

“Quando feci il tour in camper da non candidato portavo con me un bancomat al contrario. Le persone facevano la fila sotto la pioggia per donare 10, 20, 50 euro e finanziare quella campagna. Da quel bancomat al contrario usciva la ricevuta. I soldi arrivavano perché c’era identità. Il Movimento lottava per il rispetto del referendum che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti ed era un bel movimento. Il Movimento non aveva sedi lussuose ed era un bel Movimento. Oggi il neo-movimento si avvita su se stesso. Incapace di ottenere donazioni puntando sull’identità (e ti credo, governa con Renzi, Salvini, Bonino, Berlusconi, Letta e sotto Draghi) segue la strada di tutti gli altri partiti… una strada che un tempo non avrebbe imboccato nemmeno sotto tortura”, conclude l’ex deputato M5S.