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Mali, famglia italiana prelevata dalla sua casa da un commando di uomini armati. Si teme un sequestro estorsivo da parte di qaedisti dell’area

Come risaputo, nel mondo vi sono luoghi incantevoli dove, per scelta religiosa, economica, o semplicemente di vita,  scegliere di andare a vivere in alternativa all’Italia.

Tuttavia, per questa scelta il più delle volte c’è un prezzo da pagare, anche ‘salato’: la totale insicurezza del luogo, la corruzione che aleggia anche a livelli istituzionale e, ‘male che va’, da non trascurare anche la presenza di eventuali gruppi violenti integralisti.

Ecco perché sempre più spesso, a ‘turno’, da ciascun paese remoto – puntualmente povero – giunge la notizia del sequestro – da un semplice missionario all’uomo di affari – di qualche nostro connazionale.    

Sequestro in Mali: i tre italiani rapiti sarebbero Testimoni di Geova ben inseriti nel contesto sociale locale già da anni

Ed oggi, ancora una volta torniamo a parlarne. Stavolta la location del ‘rapimento’ è il Mali, e pagarne lo scotto sono tre italiani che, a punto pare, risiedono nello stato africano già diversi anni nel contesto di una comunità di Testimoni di Geova.

Sequestro in Mali: i tre italiani rapiti non figurano nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero (L’Aire)

Nello specifico si tratta di un’intera famigliola (marito, moglie e figlio, probabilmente un minore) che, secondo fonti locali, sebbene vivessero ben inseriti nel contesto sociale della regione di Sikasso, ed usassero anche nomi tipici del luogo, non risultano però essersi registrati all’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero).

Chissà forse i tre, giustamente non si sentivano ‘a rischio’ (anche se nei paesi poveri basta poco), benché avessero scelto quale luogo di residenza il villaggio di Sicnina, sito in un’area ritenuta invece pericolosa.

Sequestro in Mali: la famigliola italiana caricata senza violenza da quattro uomini armati a bordo di una Toyota

Fatto è che stamane, un commando di quattro uomini armati fino ai denti, giunti a bordo della tipica Toyota-jeep, li hanno prelevati dalla loro abitazione per poi portarseli via.

Sulle origini del rapimento vi sono al momento pareri discordanti, l’idea di un sequestro da parte di bande criminali locali è la più debole visto che chi li conosce sa che i tre non sono certo dei miliardari.

Sequestro in Mali: probabile azione a scopo estensivo di uno dei gruppi qaedisti che operano nell’area in questione

C’è invece da tenere in considerazione il fatto che l’area in questione (circa 270 chilometri a sudest di Bamako), è molto vicina ai confini del Burkina Faso, una regione tristemente nota per la violenta attività terroristica dei qaedisti che compongono il Jnim, sigla del Gruppo d’appoggio all’Islam e ai musulmani.

Il fatto poi che il bitz sia stato rapido e silente (non è stato esploso nemmeno un colpo), lascia pensare che si tratti quindi di un gruppo di ‘professionisti’.

Dunque, come già accaduto precedentemente, ora il rischio è che i tre italiani vengano ceduti ad altri gruppi via via sempre più grandi, che non mancheranno poi di ‘presentare il conto’ al nostro Paese per la loro liberazione.

Dopo aver già avvisato i famigliari in Italia dei tre sequestrati, la Farnesina ha già attivato tutti i canali diplomatici e di intelligence sul luogo per attivare le ricerche e poter così stabilire al più presto un contatto con i rapitori.

Max