Home ATTUALITÀ Manovra 2023, Ufficio Parlamentare Bilancio: “Indebolita lotta evasione”

    Manovra 2023, Ufficio Parlamentare Bilancio: “Indebolita lotta evasione”

    (Adnkronos) – Nella manovra 2023, “si allentano due vincoli che possono contribuire a contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro”. Lo sottolinea il presidente dell’Upb Lilia Cavallari durante un’audizione presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sulla manovra. “La manovra alza da 1.000 a 5.000 euro il tetto alle transazioni in contanti e da 30 a 60 euro il limite entro cui un esercente può rifiutarsi di accettare pagamenti con il Pos senza rischiare sanzioni”.  

    SANITA’ – Per quanto concerne gli interventi previsti nella Sezione II del ddl di Bilancio che implicano “una riduzione della spesa in conto capitale, dovrebbe essere assicurato che la prevista riprogrammazione degli interventi – e il loro contestuale definanziamento – sia coerente con i cronoprogrammi associati ai progetti”. E’ quanto avverte Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio nel corso di un’audizione alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. “Dal 2024, viene affidata a interventi successivi la necessità di tenere conto di nuovi stanziamenti volti a evitare riduzioni di servizi pubblici in termini reali offerti da Regioni ed Enti locali, al fine di garantirne la continuità; tali riduzioni non sarebbero opportune specie in settori importanti come quello sanitario” rimarca Cavallari. 

    REDDITO – “Sarebbe stata più opportuna una sua abolizione del Rdc contestualmente all’introduzione di un nuovo strumento” afferma Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio a proposito del Reddito di cittadinanza, durante un’audizione alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, sulla manovra. Per la revisione del reddito di cittadinanza (RdC), “viene previsto un fondo ad hoc destinato a un’organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva, peraltro de-finanziato per un miliardo. Questa intenzione, – spiega – considerati gli aspetti problematici che hanno caratterizzato lo strumento sin dalla sua istituzione, va giudicata positivamente; tuttavia, anche alla luce del fatto che il RdC costituisce un livello essenziale di presteazione (Lep), sarebbe stata più opportuna una sua abolizione”. 

    RISPARMI – L’Ufficio parlamentare di bilancio “conferma una valutazione positiva sull’impegno, ribadito con la manovra, a ridurre il rapporto tra debito pubblico e il Pil, grazie anche a un rientro programmato del deficit al 3 per cento del prodotto nel 2025” dice il presidente dell’Upb Lilia Cavallari. “Per assicurare la continuazione della discesa del debito in rapporto al Pil, il ricorso al finanziamento in deficit dovrà essere necessariamente limitato” aggiunge. “Maggiore attenzione andrà quindi posta agli effetti degli interventi di policy sulla crescita economica, – sostiene Cavallari – con particolare riferimento all’attuazione del Pnrr e al reperimento di risorse attraverso la realizzazione di una adeguata spending review, il contrasto dell’evasione fiscale e l’allargamento delle basi imponibili”. 

    SUPERBONUS – “Sul versante delle misure non dirette al contrasto del caro energia, si intravede l’inizio di un percorso in cui gli spazi di manovra saranno più stretti, con la necessità di sempre più accurate e prudenziali quantificazioni sia degli impieghi che delle necessarie risorse di copertura, al fine di evitare aggravi del disavanzo superiori alle attese che si sono anche recentemente manifestati”. “È il caso del superbonus per gli interventi di ristrutturazione edilizia, sul quale interviene il dl 176/2022, e che dovrebbe avere ora quantificazioni più prudenziali, in quanto si scontano gli elementi informativi più recenti” sottolinea Cavallari. 

    FLAT TAX – Secondo le simulazioni dell’Ufficio Parlamentare di bilancio su circa 170.000 soggetti con ricavi o compensi compresi fra 65.000 e 85.000 euro (il 5 per cento dei professionisti e delle imprese individuali), quelli che rispettano tutti i requisiti di legge e trarrebbero vantaggio dall’ingresso nel regime forfettario sono circa 60.000. Lo ha sottolineato la presidente dell’Upb Lilia Cavallari in un’audizione sulla manovra alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.  

    “Tra i soggetti appartenenti alla classe di volume di affari interessata, il 33 per cento avrà convenienza ad aderire, – illustra Cavallari – il 47 per cento deciderà di rimanere fuori, mentre il rimanente 20 per cento non soddisfa gli altri requisisti di legge”. 

    “Il tasso di adesione previsto, tuttavia, non è affatto omogeneo, risultando decisamente più alto fra i professionisti (58,7%) che fra le imprese (22,5%). Il beneficio medio complessivo dei nuovi soggetti aderenti al regime forfettario è pari a circa 7.700 euro. La differenza fra le categorie è però ampia: i professionisti guadagnano in media circa 9.600 euro (e il 25 per cento di loro ottiene un beneficio superiore a 13.264 euro), mentre le imprese si fermano a 5.600 euro” sintetizza il presidente dell’Upb.