Manovra economica, il governo risponde agli allarmi di Draghi

    Il Documento di Economia e Finanza, o, come è conosciuta da tutti, la manovra finanziaria, non convince e non riesce a mettere d’accordo tutti. In primis gli stessi alleati di governo che non sono convinti di alcuni punti che la manovra prevede. Proprio oggi Tria è tornato sulle dure dichiarazioni del portavoce del governo Casalino, intercettato da ‘La Repubblica’, che aveva accusato i tecnici del Mef di non trovare una soluzione. A questo si aggiunga i dissidi su alcune norme tra i due partiti alla guida del Paese, Lega e Cinque Stelle. Poi c’è stata la bocciatura da parte della commissione europea, con la visita di qualche a giorno fa di Moscovici che, nel tentativo di sanare i rapporti divenuti tesi tra Ue e Italia, ha dato tre settimane di tempo a Roma per cambiare alcuni dei provvedimenti presenti. Ma la Def sta spaventando i mercati e allontanando gli investitori. Con lo spread sempre oltre a quota 300 (non succedeva dai tempi della crisi del 2008), proprio come effetto delle ripercussioni che la manovra potrebbe portare, allarma chi vuole investire nei titoli di Stato Italiani. L’ultima frecciata al provvedimento economico di Lega e M5s l’ha lanciato il capo della Bce, nonché compatriota, Mario Draghi. Le parole del presidente della Banca Centrale Europea sulla situazione finanziaria del nostro Paese, e sull’eventualità che lo spread possa compromettere la solidità degli istituti bancari italiani, continuano ad alimentare la disputa politica. E dalla maggioranza gialloverde è immediata la reazione agli allarmismi del governatore della Bce: “Mi sembra improprio che il massimo responsabile della stabilità finanziaria in Europa emetta degli allarmi, seppur poi velati, circa la tenuta delle banche di un Paese che è sotto il controllo della sua vigilanza”. Questo è il commento a caldo del presidente della Commissione Finanze del Senato, il leghista Alberto Bagnai, intervenuto a Radio Anch’io. Bagnai ha poi detto: “Difficilmente mi immagino un governatore della Banca d’Italia dire che una banca tale è poco solida a mercati aperti. Un comportamento simile sarebbe del tutto assurdo, come è assurdo che il governatore della Bce dica che c’è un rischio, lui quel rischio deve gestirlo e finora lo ha fatto tramite il Quantitative esasing, l’acquisto di titoli pubblici e privati da parte della Bce cioè una monetizzazione mascherata del debito pubblico”. Bagnai ha anche dato una propria lettura sulle cause che hanno portato a far salire lo spread così vertiginosamente, dopo la presentazione dei punti della manovra economica: “Lo spread incorpora il rischio percepito dagli investitori che la moneta unica possa andare in pezzi per colpa di questo Paese. Ora questo rischio non esiste perchè non è assolutamente nostra intenzione rinunciare in questo momento nè in prospettiva all’euro”. Il governo, stando alle parole di Bagnai, non ha nessuna intenzione di abbandonare la comunità europea, “tantomeno ora che il nostro Paese deve superare una crisi ed è in condizioni critiche sotto il profilo della tenuta macroeconomica. Non vogliamo andare a fare la guerra a nessuno nè tantomeno andarci con le scarpe di cartone”.