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    Mare da incubo: costi a parte, le norme della fase 2 renderanno la spiaggia un inferno

    E’ bene che sia subito chiaro: scordatevi le piacevoli giornate di mare con gli amici, quando ci si intratteneva a fare una partita a carte sotto l’ombrellone, una passeggiata sulla battigia o, al tramonto, si sorseggiava l’aperitivo decidendo per la serata.

    Una premessa che ci spinge purtroppo a desistere

    No, purtroppo la stagione balneare che ci si prospetta, a parte la prevedibile impennata dei prezzi (‘qualcuno’ dovrà pagare i servizi igienici ed i protocolli di sicurezza aggiunti), non promette davvero niente di ‘rilassante e spensierato’.

    La giornata tipo in uno stabilimento, per chi avrà la ‘fortuna’ di accedervi – sarà a numero chiuso – sarà un continuo orizzontarsi fra cartelli, percorsi, camminamenti (mancherà solo il tipico ‘Ricordatevi che dovete morire!’), mascherine, ed ombrelloni ‘perimetrati’ tipo campo minato. Ed ancora. Addio anche a quell’inebriante profumo di ‘fritto di paranza’ che caratterizzava l’area ristorazione, quest’anno sicuramente offuscato dal tipico odore di amuchina ovunque!

    Ecco il documento tecnico redatto da Inail ed Iss 

    A spiegarci come funzionerà lo spiega stamane il sito dell’Inail il quale, di concerto con l’Istituto superiore di sanità, ha stilato un documento ‘tecnico’  relativo al rischio, e quindi alle misure di contenimento messe in atto contro il contagio da coronavirus.

    Vediamole insieme…

    Le regole per gli stabilimenti e le spiagge attrezzate 

    Come detto, intanto gli ingressi saranno a ‘numero chiuso’, per cui nela maggior parte de casi si passerà attraverso la prenotazione. E qui già si capisce che chi ha in affitto una cabina od un ombrellone, concorrendo al pieno dei posti disponibili (ridotti in virtù della sicurezza), già scoraggia le aspettative del cliente della domenica. Del resto, ‘obbligati’ a garantire le distanze d sicurezza, i balneari vedranno tangibilmente ridursi – nel migliore dei casi – di un terzo la capacità di accoglienza della propria struttura.

    Ingresso a fasce orarie – E’ pur vero che qualcuno adotterà delle fasce orarie ma, nella pratica è una soluzione iniqua e crudele: chi può andare al mare una volta a settimana che fa? Si sobbarca il viaggio, lo stress ed i costi, magari per stare in spiaggia per sole tre o quattro ore?

    Controllo della temperatura – Ad ogni modo, giunti all’ingresso dello stabilimento, sarete sottoposti alla misura della temperatura, e qui guai ad essere troppo ‘accaldati’, per di più in un contesto che di suo segnerà almeno 35 gradi esterni! Via i contanti: per evitare lunghe code (con bambini in braccio, ciambelle, borse frigorifero e quant’altro),  si punterà infatti  all’utilizzo di card contactless, prepagate o, per i più ‘smanettoni’, direttamente da siti e portali, in fase di prenotazione. 

    Percorsi segnati – Come dicevamo, una volta entrati non distraetevi, non cercate il mare con gli occhi: entrata e uscita saranno infatti regolamentati e guidati da un’apposita segnaletica, costellata da dispenser di gel igienizzante. Attenzione: sia entrando che uscendo, è obbligatorio indossare la mascherina!

    Area ombrelloni – La cosiddetta ‘zona d’ombreggio’ sarà disposta prevedendo i ‘giusti spazi’, sia di sicurezza che praticabile dal via via di bagnanti. Le aree degli ombrelloni – puntualmente igienizzate ad ogni inizio turno – saranno dunque numerate, con i nomi ed i tempi prenotati.

    Le distanze fissate – Come spiegano le direttive approntate da Inail ed Iss, “la distanza minima tra le file degli ombrelloni deve essere di 5 metri; la distanza minima tra gli ombrelloni della stessa fila di 4,5 metri. Ed ancora, le classiche attrezzature complementari assegnate in dotazione all’ombrellone (lettino, sdraio, sedia), dovranno essere fornite in quantità limitata al fine di garantire un distanziamento rispetto alle attrezzature dell’ombrellone contiguo di almeno 2 metri”.

    Area cabine – Altro che i bei pranzi familiari di una volta, con la pasta da casa ed i peperoni ripieni! Assolutamente vietato ‘l’uso promiscuo’ delle cabine (un termine eccessivo per dire che sono destinate ai soli componenti del nucleo famigliare). Qualora l’uso della cabina fosse invece condiviso, è obbligatoria l’igienizzazione fra un utente e il successivo.

    Giochi di spiaggia – Oggi ormai la maggior parte degli stabilimenti e delle spiagge attrezzate hanno fortunatamente apposite aree destinate al calcio e al volley, mentre i patiti di bocce e piastrelle si arrangiavano, aspettando le ore meno calde per non ustionarsi i piedi. Ma anche questi diverranno solo bei ricordi: quest’estate infatti (aree bimbi comprese), sono assolutamente vietate tutte le pratiche di attività ludico-sportive in quanto – indovinate un po’? – “possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo”.

    Piscine e docce – Le piscine scordatevele, vietato l’accesso e l’utilizzo. I servizi igienici e le docce saranno usufruibili ma solo  rispettando il distanziamento sociale di almeno 2 metri, salvo la presenza di apposite barriere di separazione fra le postazioni.

    ‘Gestione’ bambini – Povere creature, anche i bambini dovranno rispettare le norme di distanziamento previste, dunque niente castelli comuni, ‘guerre’ e scorribande sulla battigia.

    Attività marine – Non rappresentando seri rischi in termine di contagio, l’unico via libera – ma sempre risputando le distanze sociali – riguarda le attività svolte in mare aperto, come il wind-surf, la canoa, le attività subacquea, o la balneazione ‘da natanti’.

    Pulizia ed igienizzazione – Qui la direttiva entra nello specifico interesse dei gestori, indicando come e quando sanificare insomma, un’altra lunga serie di modalità che risparmiamo ai semplici fruitori dello stabilimento.

    Le regole per le spiagge libere… ma a rischio ‘affido’

    I veri amanti delle spiagge libere, salvo il passaggio di ‘zozzoni occasionali’, in realtà  sanno benissimo come comportarsi, ed è proprio questo contatto diretto con la natura, anche in termini di gestione e responsabilità, a rappresentare un valore aggiunto.

    ‘Gestione’ di spazi liberi? – Ora però, scorrendo il capitolo relativo alle spiagge libere, si legge che “È opportuno, ove possibile, affidare la gestione di tali spiagge ad enti/soggetti che possono utilizzare personale adeguatamente formato, valutando altresì la possibilità di coinvolgimento di associazioni di volontariato, soggetti del terzo settore, etc., anche al fine di informare gli utenti sui comportamenti da seguire, nonché per assicurare le misure di distanziamento interpersonale in tutte le attività sull’arenile ed in acqua”, un concetto che di fatto ribalta completamento il concetto di ‘spiaggia libera’. E poi, a chi e perché la possibilità di ‘gestirle’? Attraverso un concorso, un bando? Un argomento serio che non mancherà sicuramente di sollevare proteste e caso, vista l’ormai ‘furbizia’ di molte persone, sempre pronte a buttarsi laddove c’è odore di profitto.

    ‘Perimetrare’ il proprio spazio – Onde evitare pericolosi assembramenti, ciascun utente dovrà provvedere e ‘delimitare’ il proprio spazio, anche per mezzo di un ‘nastro’.

    Laddove possibile, se si tratta di aree gestite da una cooperativa, è bene anche qui prenotarsi e, in presenza di servizi igienici, provvedere all’igienizzazione come regolamentato dalle apposite misure.

    Insomma che dire… Forse non è questa l’annata migliore per godersi veramente il mare…

    Max