MariaSole Tognazzi dopo il film “Io E Lei” dice la sua sulle unioni civili – di Linda Perna

    Roma – 03 febbraio. Periodo di fuoco in Italia per quanto riguarda gli schieramenti a favore o contro le unioni civili omosessuali. Due sono le posizioni che si schierano una contro l’altra: la prima appunto composta dagli stessi omosessuali, “vittime” di non aver ancora ottenuto ciò che loro e tanti altri sostengono come un diritto, e dall’altra i fermi sostenitori della famiglia tradizionale, quindi composta da una mamma e un papà. Ma facciamo un passo indietro, un tuffo nella storia: L’Italia è l’unica delle 6 nazioni fondatrici dell’Unione Europea a non riconoscere né le unioni civili né i matrimoni per gli omosessuali. Il primo Stato a regolarizzare le unioni civili infatti, è stata la Danimarca nel 1989 e la prima legge per il riconoscimento dei matrimoni è stata approvata in Olanda nel 2001. Il primo matrimonio religioso è stato riconosciuto in Svezia nel 2009. Non hanno previsto, sino ad oggi, alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali sono nove: Italia, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania. Argomento alquanto discusso attualmente e in queste giornate che hanno visto protagoniste manifestazioni dell’una e dell’altra parte: Il tanto discusso “Family Day”, manifestazione organizzata da Massimo Gandolfini e ospitata dal Circo Massimo. Inutile dire quanto sia stata contestata la scelta di scendere in una manifestazione per cercare di frenare la corsa alla legge che milioni di italiani omosessuali, costretti ad andare lontano per essere riconosciuti come veri cittadini, stanno aspettando da tanto tempo. All’appuntamento di sabato c’erano meno di settantamila persone, Cifra molto contestata soprattutto sul motore informatico del ventunesimo secolo, i social network. Qualcuno paragona la manifestazione infatti a qualche anno fa “Quando, per il concerto dei Rolling Stones, la piazza era stracolma e sono stati staccati settantaduemila biglietti, regolarmente acquistati e dunque documentabili…” Allo stesso modo in precedenza ci fu la manifestazione opposta in tutte le piazze di Italia con lo slogan “Svegliati Italia” per indicare appunto in maniera sottile quanto sia in ritardo rispetto all’evoluzione e i passi avanti che sta  facendo l’Europa in questo campo. Inevitabilmente, lo schieramento riguarda anche le maggiori campagne pubblicitarie che perlopiù si schierano a favore, come la Taffo, o la Barilla esordendo con “Qualunque sia la tua famiglia” e i personaggi televisivi che non perdono occasione per dire la loro, a partire da Luca Argentero, Giorgia, Emma Marrone, Margherita Buy che si schierano a sostegno delle unioni civili, per la campagna “Sì, lo voglio”. Un altro personaggio che si attiva appunto per sostenere la sua parte è la regista MariaSole Tognazzi autrice di quattro film da regista l’ultimo dei quali racconta, con la complicità di Margherita Buy e Sabrina Ferilli, la storia di una coppia omosessuale nella sua quotidianità anche critica. ’’Non vedo l’ora arrivi all’approvazione il ddl Cirinnà, l’appoggio in tutto, anche sulle adozioni, anzi #cirinnamoreremo : sarebbe ora che anche questo Paese si mettesse al passo con il resto dei paesi europei e non solo’’ Queste le forti parole della Tognazzi, figlia di Ugo e di Franca Bettoja, nel giorno in cui comincia l’esame del disegno di legge al Senato. Secondo la regista infatti ciò che più l’ha lasciata perplessa è stato il successo del Family Day, successo dovuto ad una forte, forse troppo forte convinzione di poter decidere cosa sia giusto per tutta la società, senza trovare una spiegazione al fatto che la legge non toglierebbe nulla alla famiglia tradizionale ma che a loro dia solo fastidio il fatto che anche altri siano tutelati. “Cosa pensano di fermare? Il fatto che ci siano omosessuali e che formino famiglie, che siano felici e che vogliano diritti? Non voglio giudicarli ma perchè giudicano me?’’.  Un impatto toccante nei confronti della donna che ha deciso di toccare con mano e generare un film da un argomento così delicato e poco capito come quello sulle unioni civili. Dice ancora la Tognazzi: ’’Quando ho iniziato ad immaginare la storia di Federica e Marina mi sono resa conto che l’amore omosessuale nella sua naturalezza quotidiana a tante coppie non era mai stato rappresentato al cinema. Temevo che non fosse capito e rispettato perché il vuoto legislativo genera vuoto culturale, legittimando ignoranza e discriminazione. Invece accompagnando il film nessuno si scandalizza. Ed è per questo che mi auguro che al di là delle manifestazioni di piazza di una parte della società italiana le molte Federica e Marina italiane possano vedere finalmente riconosciuto il loro amore non solo dagli amici e dalle famiglie ma anche dallo Stato in cui vivono, lavorano e pagano le tasse. Fondante in una famiglia è l’amore, l’educazione e il rispetto al di là del sesso e anche tanti episodi di sconcertante inaudita violenza nei confronti delle donne da parte di mariti e compagni dovrebbero far riflettere: conta l’amore. Vorrei che l’Italia cambiasse, per i diritti il tempo è scaduto’’.svegliatitalia