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Matrimoni: con il rito civile e sempre più tardi

Nonostante il gran numero di conviventi e separati che ci circondano, in Italia ci si continua ancora a sposare con una buona frequenza. Semmai, oggi si arriva davanti all’altare o, come sembra molto più sovente davanti all’ufficiale incaricato del rito civile, in un’età sempre più matura. Basti pensare infatti che nel 2008 mediamente gli sposi avevano 2 anni in meno rispetto a quelli di oggi.
Intanto, spiega l’Istat, con un bel +2,35 dall’anno prima, nel 2018 nel nostro paese sono stati celebrati 195.778 matrimoni.
Dicevamo che si è alzata l’età media: oggi ‘lui’ ha mediamente 33,7 anni, mentre ‘lei’ 31,5 (rispettivamente 1,6 e 2,1 anni in più rispetto al 2008). Ciò che maggiormente colpisce è l’esponenziale aumento delle nozze celebrate con rito civile (anche come prime), oggi oltre il 50,1%. Rispetto al 2008, venti anni dopo il rito civile è infatti l’artefice di 8mila matrimoni l’anno. In particolar modo al Nord, dove la quota è pari al 63,9%, mentre al Sud, dove ‘la tradizione’ è ancora sentita, è meno della metà (30,4%).

Crescono anche le seconde nozze

Un fenomeno anch’esso in grande crescita, è quello delle seconde nozze (quasi il 20%), grazie anche all’introduzione del divorzio breve, che ha dato ulteriori ‘motivazioni’ alle nuove coppie desiderose di ‘regolarizzarsi’.
Ancorpiù delle prime, le seconde nozze con rito civile rappresentano ben il 94,6%. Crescono anche i matrimoni dove uno dei due è uno straniero (89,5%).
Nell’ultimo decennio sono aumentate, dice ancora l’Istat, sia la quota di matrimoni successivi al primo (dal 13,8% sul totale dei matrimoni celebrati nel 2008 al 19,9% del 2018) sia la quota di quelli dove almeno uno degli sposi è straniero (il 15%).
Boom infine anche le nozze tra persone dello stesso genere sessuale (2.808) e il 50,1% sul totale dei rii officiati ogni anno nel Paese. La prevalenza è composta da coppi di uomini (64,2%), residenti nel Nord-Ovest.
Max