Maturità, ministro Bianchi: “Mio voto? Ho preso 56/60”

“Io alla maturità ho preso 56 su 60, non fu male”. E’ quanto ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi intervenendo a Skuola.net nel ricordare il suo esame di Stato. “Io ho fatto li liceo scientifico, l’ho fatto volentieri e mi è piaciuto. Poi ho fatto Scienze politiche e, poi, Economia”, ha aggiunto.  

” I ragazzi hanno diritto di essere valutati. Perché sei un soggetto attivo nella tua comunità, che non vuoi sconti, che non vuoi far la parte di quello che ha il bollino di quello che è stato nell’età della peste. Hai il diritto di essere valutato”. “La valutazione sarà una valutazione, seria, onesta e di accompagnamento. Perché devi sapere dove sei e devi essere accompagnato. Quest’anno c’è molta più enfasi sull’elaborato, c’è molta più maturità nella capacità di costruire un pensiero articolato”. 

“L’esame di Stato è un esame che ti fa concludere un percorso, un percorso iniziato moltissimi anni fa . E’ cominciato che eri un bambino, poi sei diventato un ragazzo , poi un adolescente e poi poi alla fine di questo pezzo della tua vita fai una verifica con te stesso, con i tuoi amici, con i tuoi professori, con lo stato e quindi poni fine ad un lunghissimo percorso. E’ giusto quindi avere questo elemento, questo paletto che dice: ho concluso una tappa della mia vita e ne comincio un’altra. Per questo l’esame di maturità è così importante, è un rito di passaggio, ma è anche un rito di iniziazione. In cui tu finisci la scuola e cominci una fase che sarà, l’università, un lavoro, un periodo di volontariato”.  

Per quanto riguarda la possibilità di mantenere anche in futuro l’attuale formula dell’esame, secondo Binachi occorre vedere come va. “Vediamo quella attuale e ci ragioniamo su. Abbiamo vissuto un anno pericolosamente, in cui sembrava che tutto fosse sospeso e invece tutti abbiamo continuato a vivere”. 

Come tema per la maturità, dice il ministro dell’Istruzione Bianchi, “avrei dato i primi tre articoli della Costituzione”. “Avrei chiesto ai ragazzi di sviluppare una tema o su uno dei tre o su tutti e tre: cosa vuol dire una Repubblica fondata su lavoro, cosa vuol dire una Repubblica che riconosce e tutela i diritti ma solo assieme al dovere inderogabile della solidarietà. Il terzo è quello che parla di uguaglianza , uguaglianza che non è omologazione ad uno standard ma è l’eguale diritto di essere diversi. Avrei dato questo come traccia”. 

 

“La tutela sanitaria è fondamentale, ho visto grande entusiasmo” da parte dei ragazzi verso “le vaccinazioni”. “I ragazzi hanno capito quello che probabilmente gli adulti non avevano capito, hanno capito che è uno strumento per poter tornare ad abbracciarsi. Abbiamo fiducia nella scienza e nel Cts, abbiamo fiducia in tutti, però cerchiamo di avere fiducia anche in noi stessi”.