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Mes sì o no: finalmente, dopo settimane di tecnici e comitati, ora la politica prova a fare il suo mestiere

Se da un lato ‘potrebbe’ sembrare insensato state a litigare e discutere in momento così delicato, ma il confronto – come prevede un paese democratico – è assolutamente indispensabile anche perché, come vedremo, mai come in questa circostanza, ruota intorno alle priorità legate all’attuale situazione di contingenza.

Probabilmente, settimane di ‘comitati’, di esperti e di tecnici, hanno contribuito a mettere in secondo piano ciò che invece determina e gestisce la vita sociale ed economica di un paese: la politica. E finalmente si torna a fare politica.

A ridare fuoco alle polveri è il ‘famigerato’ Meccanismo europeo di stabilità (Mes), un ‘capiente’ fondo di salvataggio interno all’Eurozona, attraverso il quale accorrere a sostegno di quei paesi membri che lamentano gravissime difficoltà economiche. Un ‘aiuto’ non privo di complicazioni, almeno così come era stato inizialmente regolamentato, in quanto prevedeva ‘pesanti’ restrizioni che, dal momento dell’erogazione, di fatto spostavano la gestione economica del paese in difficoltà ad altri. Ed il rientro prevedeva inoltre interessi salatissimi. Tuttavia, con l’avvento dell’epidemia da coronavirus, si è pensato di apportare sostanziali modifiche alle regole del Mes: dunque oggi è consentito accedervi ‘senza condizionalità’, a patto però che i fondi in questione siano ad esclusiva ed unica coperture alle spese sanitarie del paese richiedente.

Un cambio non da poco, vista la situazione, che a questo punto ne rende più che appetibile il ricorso. Ma in Italia, come vedremo, sulla base del ‘vecchio’ sistema che regolamenta il Meccanismo europeo di stabilità, molti nostri politici si ostinano a vederlo come fosse il diavolo, e non come un’opportunità. Anche perché, l’annunciata ‘potenza di fuoco’ da parte di un Paese come il nostro – con un debito pubblico da record – non si capisce altrimenti da dove attingerà le ‘munizioni’ necessarie.

Nel governo ‘è il solo’ M5s a determinarne le scelte

Fatto è che in questo giorni, come dicevamo, il Mes è motivo di un duro scontro anche all’interno della stessa maggioranza. Da una parte il Pd, ed Iv che sono propensi a ‘cogliere’ l’occasione e, dall’altra il Movimento 5 Stelle –  assolutamente contrario – che, oltretutto, ‘si tira dietro’ addirittura il premier Conte il quale, inizialmente professatosi totalmente contrario, alla notizia del ‘senza condizionalità’ sarebbe anche ragionevolmente tornato sui suoi passi. Ma dopo ‘aver giurato’ davanti al Paese contro. E dire, che persino Berlusconi – unico nel centrodestra – stamane ha affermato che è un’occasione da cogliere.

Una situazione assurda e paradossale: un governo non votato dagli italiani, il cui ago della bilancia è determinato da uno schieramento, il M5s (con rappresenti ‘scelti’ via web da una sparuta rappresentanza di cittadini), ‘allora’ votato da appena il 33% degli italiani…

Renzi: “M5s e Lega ci negano 37 mld di euro pronti lì”

Fin dall’inizio appassionato sostenitore del ricorso al Mes senza condizionalità, è Matteo Renzi, il quale stamane ha ribadito che ”Questa barzelletta del Mes deve finire, sono 37 miliardi di euro a condizioni migliori di qualsiasi altro prestito e vanno ai cittadini italiani. Quando grillini e leghisti fanno polemiche su Mes vi stanno prendendo in giro. Nessuno si può permettere di buttare 37 miliardi di euro in questo momento.  La ripartenza dell’Italia è permessa, garantita dall’Europa. Senza la Bce saremmo già falliti – rimarca il leader di Italia Viva – Ditelo ai sovranisti alle vongole, Salvini e Meloni, che seguono i deliri ungheresi di Orban. Non c’è ombra di dubbio: la Bce ha salvato l’Italia dal fallimento. Anche io  sogno gli eurobond. Ha infine concluso Salvini – ma arriveremo alla proposta di mediazione della Francia sul recovery fund, la proposta italiana del prossimo Consiglio europeo che è quella del nostro gruppo parlamentare europeo ed è ispirata da Macron”.

Salvini: “Il Mes applica tassi come fanno gli strozzini”

Così come Renzi lo va sostenendo da subito, di contro, Matteo Salvini continua invece a ripudiarlo perché, ripete, il Mes a tasso di usura, come quando si va dallo strozzino. Non esiste un Mes senza condizioni – ribadisce il leader della Lega – Il Mes è un fondo istituito da un trattato, Berlusconi o Prodi possono dire quello che vogliono. Il problema non è il tasso sono le condizionabilità. Una volta che accedi a questo fondo, per farsi restituire i soldi ti potrà dire aumenti l’età pensionabile, tassi la casa, tassi i risparmi in banca. L’accordo non può andare sopra il trattato, una legge italiana non può superare la Costituzione; un fondo istituito con un trattato risponde al trattato”.

Meloni: “rischiamo di essere dentro un cavallo di Troika”

In linea con il suo alleato anche Giorgia Meloni, che afferma: ”Spero di essere smentita ma oggi sono convinta che la linea di credito senza condizionalità del Mes per le spese sanitarie rischi di essere un ‘cavallo di Troika’. Se non restituisci i soldi che chiedi in prestito come dicono loro e nei tempi che stabiliscono, e indipendentemente dalla difficoltà che hai, puoi ritrovarti lo stesso la Troika dentro casa. Se non stiamo attenti, è questo quello che può succedere“.

Berlusconi: “L’errore è dire ‘grazie ma facciamo da soli’”

Il Mes non va demonizzato. Non c’è nulla di sbagliato, in linea di principio, nel fatto che i Paesi ad economia più solida chiedano garanzie rafforzate per finanziare Paesi più a rischio. La cosa sbagliata è che queste garanzie si trasformino in uno strangolamento dell’economia di una nazione già in sofferenza e addirittura in un esproprio della sua sovranità nazionale“,

Secondo invece il capo di Forza Italia, Silvio Berlusconi, “L’errore sul Mes sarebbe quello, clamoroso, di dire all’Europa ‘faremo da soli’”

Bonino: “Ciò che sta accadendo è surreale”

Stiamo dibattendo su un punto, e non vedo il motivo per cui dobbiamo bloccarne l’operatività. Non è né automatico, né obbligatorio, e credo che non possiamo impedire ad altri paesi di usarlo”, dice la Bonino, “sul Mes, sta accadendo qualcosa di surreale, figlio della società della comunicazione. Si cominciano a lanciare strali nei confronti di uno strumento economico, che è diventata una sigla che ormai si discute pure nei bar e la si è fatta diventare una sorta di simbolo dell’Ue che non funziona, dell’Ue matrigna che vuole fare del male all’Italia”.

Il ‘timido’ Delrio: “Un’opportunità. Ma anche i bond…”

Come dicevamo, il Pd non vede il Mes come un nemico ma come un’opportunità, ed oggi Graziano Delrio, capogruppo alla Camera, è tornato a spiegare che “Il Mes è una disponibilità, secondo me è un successo averlo ottenuto senza condizionalità, ammesso che sia così (ha sottolineato). E’ un grande successo per il Paese“.

Poi, onde evitare ‘troppe frizioni’ con i ‘suscettibili’ pentastellati e, di conseguenza anche Conte, Delrio si è poi affrettato a precisare che, “l’emissione dei bond è il nostro vero obiettivo, lavoriamo tutti uniti intorno al presidente del Consiglio perché si porti a casa questo obiettivo, ma non buttiamo a mare la disponibilità di miliardi per la nostra sanità pubblica“.

Crimi: “L’Italia non farà mai ricorso al Mes”

Infine, tanto per dare idea della situazione, ecco la posizione – ferma – del M5s, che attraverso Vito Crimi, capo politico, parlando col quotidiano ‘amico’ il ‘Fatto quotidiano’, ha ribadito che “L’Italia non farà mai ricorso al Mes – ha esclamato in piena ‘Contite’ – noi Cinquestelle non potremo mai accettarlo. La posizione di Renzi non mi stupisce. Invece mi stupiscono le parole del Pd  ha quindi ‘avvertito’ Crimi  perché mettono in discussione la linea del governo e del presidente del Consiglio Conte, che ha espresso la necessità di altri strumenti contro la crisi”.

Max