Metropolitane di Roma, ancora temporali in vista. Gli stipendi dei dipendenti non garantiti

    Non si placa l’agitazione tra i lavoratori di Roma Metropolitane, con il nuovo allarme lanciato dall’assemblea dei dipendenti municipali, che si occupa per conto del Campidoglio per la progettazione e la costruzione delle opere di trasporto a Roma. “Esprimiamo forte preoccupazione e ferma denuncia della drammatica precipitazione della situazione aziendale, a rischio di inadempienza” scrivono i rappresentanti sindacali dei lavoratori in una nota. “Nelle casse di Roma Metropolitane, ad oggi, non ci sarebbe la copertura per gli stipendi di novembre e i bilanci della società non sono ancora state approvati dal 2015”.

    La situazione è stata complicata per diversi mesi. Roma Metropolitane lavora da gennaio 2018 senza un contratto di servizio e quindi senza essere in grado di raccogliere risorse. Inoltre, non ha ancora chiuso i bilanci 2015, 2016 e 2017 per i quali mancano 14 milioni di euro che dovevano arrivare da Roma Capitale. “La risoluzione per saldare i debiti era pronta”, ha spiegato l’ex amministratore unico Pasquale Cialdini a margine di un comitato per la mobilità, poco prima di dimettersi dal vertice dell’azienda all’inizio di ottobre, con riferimento a un accordo transattivo che avrebbe consentito al Comune di pagare circa 9 milioni di euro”. Ma il documento non è stato ancora approvato perché il “Comune ha richiesto una riduzione dei costi”.

    Per i dipendenti, “in assenza di un piano di ristrutturazione industriale, benché annunciato dalla sindaca Raggi, la rinuncia si verificherebbe in un contesto di seria esposizione dei lavoratori a drammatiche misure di contenimento dei costi, a loro danno esclusivo, senza che fosse attribuibile ai lavoratori stessi alcuna responsabilità sul merito della crisi aziendale “. A ciò va aggiunto, continua il RSAs “, che l’azienda da anni sta aspettando per essere formalmente istruita da Roma Capitale di attività che effettivamente svolge”, come opere per la modernizzazione delle linee metropolitane A e B e le attività relative a Pums.

    “Tutto questo accade senza un’adeguata convocazione e informazione dei rappresentanti sindacali” denuncia Daniela Orlando, rsa di Filt Cgil. “Chiediamo l’immediata convocazione dei vertici territoriali per discutere la reale situazione dei lavoratori, ricordo che il 27 settembre 2017 l’amministrazione capitolina ha firmato un accordo con i rappresentanti sindacali in cui il mantenimento dei livelli occupazionali è stato garantito in tutte le filiali, Chiediamo che sia rispettato, denunciamo anche l’irresponsabilità della gestione aziendale che pochi mesi fa, in un quadro simile a quello che stiamo affrontando oggi, ha dichiarato “zero ridondanze”. fornito dalla cosiddetta “legge Madia”, ha escluso i lavoratori dall’opportunità di accedere ai loro strumenti di protezione.

    “In azienda” conclude la nota “continuiamo a lavorare in assenza di qualsiasi prospettiva e senza la certezza della remunerazione, e in assenza delle condizioni operative minime necessarie per la progettazione delle opere (dalle licenze software alla manutenzione di strutture, dalla carta delle fotocopiatrici all’aggiornamento normativo e formativo). I lavoratori di Roma Metropolitane rifiutano ogni possibile responsabilità per la crisi in atto e, nel confermare lo stato di agitazione, annunciano che attiveranno tutte le possibili forme di lotta per difendere i loro posti di lavoro e salari “.