MIGRANTI – ‘LA BOZZA UE VA BENE MA CON I RIMPATRI’, ALFANO ANTICIPA IL RAPPORTO DI BRUXELLES E RILANCIA: ‘DOVREBBERO RINGRAZIARCI SOLO PER LE VITE CHE ABBIAMO SALVATO’

Un incontro avvenuto “in un clima di collaborazione costruttiva con l’Europa”, così Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo con delega all’immigrazione e agli Affari interni, al termine dell’incontro bilaterale di Milano, con il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Sul tavolo l’hotspot, la delocation e l’opportunità di applicarli unitamente ai rimpatri. Argomenti sui quali, più tardi (presentando il suo libro ‘Chi ha paura non è libero’), Alfano è tornato a parlarne con i giornalisti: “ci sono delle sentenze di Cassazione che autorizzano un uso proporzionato della forza per raccogliere le impronte digitali”, ha detto il ministro, anticipando alcuni passaggi del rapporto della Commissione Ue sull’Italia (atteso per domani, martedì) dove, da Bruxelles ci chiedono “un’accelerazione nel dare cornice legale alle attività di hotspot, in particolare per permettere l’uso della forza per la raccolta delle impronte e prevedere di trattenere più a lungo i migranti che oppongono resistenza. Il piano strategico dell’Ue è fatto di hotspot e anche del ricollocamento dei profughi e dei migranti, quindi è chiaro che noi dobbiamo aprire degli hotspot ma è altrettanto chiaro che deve funzionare il processo di ricollocamento”. Quindi, commentando la ‘procedura di infrazione’ per non aver identificato i migranti, che la Ue ci imputa, Alfano – giustamente – sottolinea invece che “l’Italia merita una grande procedura di ringraziamento per quello che ha fatto perché ha salvato vite umane. Le impronte digitali che prendiamo vengono registrate – precisa il ministro – ormai quasi al 100 per cento e mi sembra ingiusta e irragionevole questa procedura. Sono convinto che tutto sarà, in termini tecnici, alla fine condiviso perché dal punto di vista tecnico abbiamo ragione noi oltre ad avere ragione anche dal punto di vista politico. Teniamo basse le polemiche ma riteniamo che l’Europa dovrebbe ringraziarci”. Quindi il discorso finisce inevitabilmente sull’argomento terrorismo: “Penso che in occidente ci sia l’ottimismo della volontà e l’ottimismo della ragione, quindi non possiamo che vincere la sfida. Ci stiamo confrontando con la minaccia più insidiosa dalla fine della Seconda guerra mondiale che turba, da 15 anni, non solo Paesi europei e non solo Paesi occidentali. Questa – ha poi concluso Alfano – è una sfida lanciata dalla megalomania di un uomo, che ha deciso di proclamarsi califfo e cancellare i confini stabiliti dalle guerre precedenti. E’ una guerra insensata e folle ma noi la vinceremo”.

M.T.