Mix vaccini, terza dose, casi trombosi: cosa dice Ema

I primi dati e le news sul mix tra vaccini anti-Covid sono rassicuranti, la terza dose non sembra necessaria ed è diminuito il tasso letalità per i casi di trombosi rare riscontrate dopo la somministrazione di AstraZeneca e Johnson & Johnson. E’ quanto fa sapere l’Agenzia europea del farmaco Ema. 

MIX VACCINI
 

La possibilità di mixare vaccini diversi fra prima e seconda dose “è un tema molto importante che è in discussione adesso. Ci sono alcuni dati rispetto a questa possibilità, in particolare con AstraZeneca e un vaccino a mRna” per la seconda dose. “Uno studio è stato condotto in Uk e un altro dovrebbe dare risultati dalla Spagna. Ma non ci sono particolari preoccupazioni da un punto di vista della sicurezza e anche quei pochi dati che abbiamo visto mostrano che anche in termini di immunogenicità sembra un approccio efficace per generare una robusta risposta immune dopo una seconda dose di diverso vaccino. Comunque stiamo cercando di raccogliere più evidenze e di passare in rassegna gli studi per essere sicuri che questo approccio sia buono come sembra”. Lo ha spiegato Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19 dell’Agenzia europea del farmaco Ema, durante il briefing periodico tenuto dall’ente regolatorio Ue.  

TERZA DOSE
 

“I dati preliminari sulla durata dell’immunità, che potrebbe arrivare a un anno o anche di più, non mostrano, attualmente, la necessità di una terza dose, ma sono necessarie ulteriori evidenze”, ha twittato infatti l’Ema, aggiungendo di essere “in contatto con i principali produttori di vaccini anti-Covid per affrontare la questione delle varianti” del coronavirus e “valutare la migliore strategia per un’eventuale terza dose”.  

CASI TROMBOSI
 

Per quanto riguarda “il rischio di trombosi rare” associate a bassi livelli di piastrine è stato segnalato dopo la vaccinazione anti-Covid con AstraZeneca e Janssen (J&J), se per J&J abbiamo in Europa solo un possibile caso segnalato, per AstraZeneca”, con il quale è stato vaccinato un numero molto più elevato di persone al momento in quest’area del mondo, “si sono aggiunte ulteriori segnalazioni. Ma quello che è importante notare è che la frequenza di questi rari eventi avversi non è cambiata. E’ approssimativamente di 1 caso” segnalato “su 100mila. E un’altra osservazione importante è che il tasso di letalità è sceso, cosa che indica probabilmente che la consapevolezza delle persone vaccinate e la capacità dei medici nel trattare” questi casi “può aver contribuito a ridurre questi sfortunati esiti”, ha spiegato Georgy Genov, responsabile della Farmacoviglianza dell’Agenzia europea del farmaco Ema, oggi durante il briefing periodico tenuto dall’ente regolatorio Ue.