Morte del pilota Nicky Hayden: condanna di un anno alla persona che lo investì

    Arriva la sentenza in merito al processo per la morte del pilota americano Nicky Hayden, avvenuta in seguito ad un investimento a Rimini il 7 maggio 2017. La persona al volante che investì il pilota è stata condannata a scontare un anno di detenzione, con sospensione della pena, insieme al pagamento delle spese processuali e l’ovvio ritiro della patente.

    Questo il verdetto del giudice Vinicio Cantarini, mentre il pm Paolo Gengarelli aveva avanzato la richiesta di una condanna pari ad un anno e due mesi. Gli avvocati Pierluigi Autunno e Francesco Pisciotti, difesa del trentunenne di Morciano, avevano invece come obiettivo l’assoluzione piena.

    Per avere le motivazioni alla base della sentenza servirà attendere 90 giorni, mentre sul lato risarcimento alla famiglia di Nicky Hayden (sei milioni la richiesta in questo caso) viene tutto rimandato alla causa civile.

    Al momento del tragico e fatale incidente, Hayden aveva 36 anni: investito da una Peugeot 206 mentre si allenava in bici a Morciano, è deceduto cinque giorni dopo l’evento, all’Ospedale Bufalini di Cesena.

    A dare maggiori dettagli la ricostruzione dell’incidente effettuata dal consulente della Procura. Il 31enne viaggiava, al momento dell’impatto, a 72,8 km all’ora con un limite per quella strada di 50. In base a tale quadro, se avesse viaggiato a 50 all’ora “o continuando a velocità costante, e reagendo e frenando, l’incidente sarebbe stato evitato”. Vale a dire che se la vettura avesse rispettato i limiti, Hayden avrebbe potuto passare davanti al veicolo evitando la collisione fatale. Al contrario, la perizia della difesa sostiene la esclusiva responsabilità di Hayden: in base a tale posizione, anche se l’autista avesse rispettato il limite di velocità, Hayden si sarebbe scontrato con la vettura poiché non avrebbe rispettato lo stop.