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Morti nelle Rsa: “il 40% presentava tampone positivo e sintomi Covid-19”, rivela l’esperto Iss

Personale sanitario indossa tute e mascherine protettiva nel reparto Covid-19 dell'Istituto Geriatrico Milanese, Milano, 9 marzo 2020. ANSA/FABRIZIO CASSINELLI

Da settimane continuiamo a domandarci, con esattezza: ma quanto ha inciso il coronavirus nelle migliaia di vittime registrate nel Paese dall’inizio dell’emergenza?

Una risposta che, almeno per quanto riguarda i decessi nelle Rsa, è in grado di fornirci il direttore del Dipartimento Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Graziano Onder: “Complessivamente più del 40% dei residenti deceduti nelle Rsa – ha illustrato stamane l’esperto ai media – aveva sintomi riconducibili all’infezione o il tampone positivo”.

“Nelle Rsa italiane vivono circa 280mila persone”

Come ha poi informato Onder, ”Questa indagine ha interessato complessivamente strutture che ospitano in totale 80mila residenti. Non ci sono stime reali in Italia dei residenti nelle Rsa, alcune dicono 280mila, quindi la survey copre circa un terzo e un quarto della popolazione di tutte le Rsa italiane. La distribuzione è maggiore nel Nord Italia. Abbiamo chiesto alle strutture quanti decessi sono stati registrati dal 1 febbraio ad oggi (15 aprile). Le informazioni che ci sono state date – ha poi aggiunto il direttore del Dipartimento Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Iss – tra i 6-7mila decessi, un campione tra il 7-8% di tutti i residenti. Abbiamo chiesto poi quanti di questi avessero un tampone positivo (circa un migliaio) e quanti i sintomi riconducibili al Covid-19 o simil influenzali”.

Max