Moscovici avverte: “Politiche economiche troppo espansive per il debito italiano”

All’indomani dell’intesa raggiunta sul rapporto deficit-pil, fissato al 2,4%, il commissario agli Affari Economici e Finanziari Ue, Pierre Moscovici, lancia un appello all’Italia e avverte sui possibili rischi del recente provvedimento. Secondo il commissario infatti, la tipologia di politica intrapresa dall’esecutivo, fatta di espansione, non è molto adatta alla situazione economica italiana, il cui debito resta “molto elevato”. Una situazione che finirà dunque per “ritorcersi contro” il governo che ha fatto questa scelta politica. Ma alla fine, ciò che più preoccupa è che il conto lo potrebbe pagare “il popolo”. Parole che innescano tensione quelle usate dal commissario Moscovici, espressosi in un’intervista rilasciata alla tv francese Bfm. “Se gli italiani continueranno a indebitarsi – ha continuato Moscovici – che cosa succede? Succede che i tassi di interesse aumentano, il servizio del debito, cioè i rimborsi, diventa più oneroso, e tutti gli euro destinati al servizio del debito, gli italiani non si ingannino, è un euro in meno per le autostrade, un euro in meno per le scuole, un euro in meno per la giustizia sociale”. “Quando si è indebitati – ha aggiunto Moscovici – si è inchiodati e non si può agire, non ci sono più margini per i servizi pubblici. E’ per questo che non è un burocrate di Bruxelles che parla: sono convinto che non sia nell’interesse degli italiani”.
“Non ho niente contro gli italiani – ha continuato il commissario Ue – ma si possono benissimo fare delle misure sociali, riducendo il deficit. Come? Facendo delle scelte, tagliando spese che non sono efficaci, e ce ne sono. E aumentando le spese che preparano l’avvenire, che sono per la giustizia sociale. Non mi pronuncio sul contenuto del bilancio italiano, ma ci sono delle regole”. Secondo Moscovici la manovra di bilancio dell’Italia, per come si profila dal documento finanziario, “ora pare essere ’fuori dalle strisce’ delle nostre regole comuni. E’ un bilancio in cui l’Italia, che ha un debito al 132%, sceglie l’espansione e il rilancio”.
“L’Italia – ha proseguito Moscovici – è la culla della democrazia, ma c’è una frase latina che dice ’pacta sunt servanda’. Le regole vanno rispettate e non sono regole stupide: hanno un obiettivo comune a tutta la zona euro. Se il debito pubblico aumenta, allora creiamo una situazione instabile nel momento in cui la congiuntura cambia”. “Non abbiamo interesse ad una crisi tra la Commissione e l’Italia – ha poi chiarito Moscovici – Nessuno ha interesse a una cosa del genere, perché l’Italia è un Paese importante della zona euro. Ma non abbiamo nemmeno interesse a che l’Italia non rispetti le regole e che non riduca il suo debito pubblico, che resta esplosivo”.
“Ci sono delle regole – ha ribadito – le regole devono fare in modo che il debito pubblico non aumenti. Dunque, ora ci sono delle procedure. Il 15 ottobre il bilancio italiano arriverà nel mio ufficio e i miei servizi lo valuteranno. E poi, dopo il 15 ottobre, risponderemo”. “Ci sono diverse possibilità – ha spiegato – la prima è dire ok, va bene; la seconda è chiedere delle correzioni e la terza è che proprio non va, e il bilancio viene respinto. E’ una possibilità prevista dai testi, che non si è mai verificata”, ha sottolineato infine. Parlando quindi delle sanzioni da irrogare all’Italia in caso di bocciatura della Manovra, “sono possibili, sono previste nei trattati”, ha sottolineato Moscovici, ma “è una cosa che prende molto tempo – ha aggiunto – non sono nello spirito delle sanzioni, non lo sono mai stato. Non sono un burocrate”.
Parole commentate a stretto giro dal vicepremier Di Maio: “Considero l’intervento di Moscovici interlocutorio. – ha sostenuto il leader M5S – Le preoccupazioni sono legittime ma il Governo si è impegnato a mantenere il 2,4% per tre anni e vi posso assicurare che ripagheremo il debito, e il debito scenderà”. Se l’Ue dovesse bocciare la manovra “noi tiriamo avanti”, ha invece assicurato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a margine del Comitato per la sicurezza in prefettura a Milano, “pensiamo di lavorare bene per la crescita del paese e per ridare fiducia, speranza, energia e lavoro. E quindi – ha concluso – sono felice di quello che abbiamo fatto in questi quattro mesi e di quello che faremo nei prossimi quattro anni”