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Mostre Roma, la collezione Torlonia a Palazzo Caffarelli: 96 opere esposte da marzo

Dal 25 marzo 2020 al 10 gennaio 2021 novantasei marmi della collezione Torlonia saranno visibili al pubblico in una grande mostra a Roma, nella nuova sede espositiva dei Musei Capitolini a Palazzo Caffarelli di Roma Capitale.

L’esposizione “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces” segna il primo passo dell’accordo siglato il 15 marzo 2016 tra il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e la Fondazione Torlonia, ed è il risultato dell’intesa istituzionale sottoscritta dalla Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e dalla Soprintendenza Speciale di Roma con la stessa Fondazione Torlonia.

Il progetto scientifico di valorizzazione della collezione è stato affidato a Salvatore Settis che cura la mostra con Carlo Gasparri, archeologi e accademici dei Lincei, e con l’organizzazione di Electa, anche editore del catalogo. Le sculture esposte in mostra sono restaurate grazie al contributo di Bvlgari.

Sarà questa l’occasione per inaugurare la nuova prestigiosa sede espositiva di Roma Capitale dei Musei Capitolini a Palazzo Caffarelli. La scelta della sede è stata dettata dal proposito di incentrare il percorso espositivo sulla storia del collezionismo: un aspetto sotto il quale la vicenda del Museo Torlonia alla Lungara (fondato dal principe Alessandro Torlonia nel 1875), che conta 620 pezzi catalogati, appare di eccezionale rilevanza.

Questa raccolta è infatti l’esito di una lunga serie di acquisizioni e di alcuni significativi spostamenti di sculture fra le varie residenze della famiglia.

I 96 marmi Torlonia

Si può anzi dire che i marmi Torlonia costituiscono una collezione di collezioni o, meglio, uno spaccato altamente rappresentativo e privilegiato della storia del collezionismo di antichità in Roma dal XV al XIX secolo. Le sculture in mostra non sono solo insigni esempi di scultura antica (busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi), ma anche il riflesso di un processo culturale -gli inizi del collezionismo di antichità e il passaggio dalla collezione al Museo- di fondamentale importanza: un processo in cui Roma e l’Italia hanno avuto un primato incontestabile. Perciò la mostra ripercorre il formarsi della raccolta Torlonia, e l’ultima delle sue cinque sezioni si legherà in modo eloquente all’adiacente esedra dei bronzi e del Marco Aurelio nei Musei Capitolini, evidenziando il nesso fra gli inizi del collezionismo privato di antichità e il significato della donazione dei bronzi del Laterano al Comune da parte di Sisto IV nel 1471.

Il progetto di allestimento della mostra sulla collezione Torlonia, nei rinnovati ambienti del nuovo spazio dei Musei Capitolini a Palazzo Caffarelli, tornati alla vita grazie all’impegno e al progetto della Sovrintendenza di Roma Capitale, è di David Chipperfield Architects Milano.

L’appuntamento di marzo 2020 è la prima tappa di un tour espositivo – e sono in corso accordi con importanti musei internazionali – che si concluderà con l’individuazione di una sede espositiva permanente per l’apertura di un nuovo Museo Torlonia.

 

Palazzo Caffarelli

Gli ambienti che si sviluppano a destra dello scalone di ingresso al Palazzo Caffarelli, come il restante edificio nobiliare, furono ceduti alla metà del XIX secolo dagli eredi di Baldassarre Caffarelli alla Reale Corte di Prussia, che già da anni aveva lì la sede della propria Ambasciata presso la Santa Sede. Dopo l’atto di vendita del 1853, proprio in questi ambienti fu realizzata la prima chiesa evangelica protestante con annessa sagrestia, che vi ebbe sede fino al termine della Prima guerra mondiale, quando tutto il palazzo fu espropriato dallo Stato e ceduto in seguito al Comune di Roma. Rientrato nel programma di demolizioni di tutti gli edifici presenti sul colle e intorno a esso, per realizzare un grande parco pubblico finalizzato alla valorizzazione dei resti del Tempio di Giove Capitolino esistenti all’interno del giardino, il palazzo fu in parte demolito. Solo dopo gli scavi di Roberto Paribeni del 1919-1920, che non diedero i risultati sperati, si recuperò l’edificio e soprattutto gli ambienti del piano terra, dove nel 1925 vi fu inaugurato il ‘Museo nuovo di scultura antica’, contiguo al Museo del Palazzo dei Conservatori. Tale istituzione continuò a esistere, cambiando nome in ‘Museo Nuovo’ dopo la fine della Seconda guerra mondiale, fino al 1965, quando per problemi legati a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria venne chiuso al pubblico. Solo nel 1999-2000, nell’ambito delle attività connesse alla grande ristrutturazione dei Musei Capitolini, iniziarono i lavori di recupero dell’edificio, che portarono alla scoperta di ampi tratti delle fondazioni arcaiche del Tempio di Giove, molti dei quali sconosciuti fino a quel momento. Ulteriori scavi sono stati eseguiti nella campagna archeologica del 2002, ma quando nel 2005 è stata inaugurata la nuova ala dei Musei Capitolini denominata Esedra del Marco Aurelio, questa parte dell’edificio insieme al giardino è rimasta chiusa. La mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces” segna la riapertura al pubblico di questi ambienti del palazzo.