ESTERI

Myanmar, gli Stati Uniti richiamano in patria i diplomatici non essenziali

Il dipartimento di Stato americano ha annunciato che gli Stati Uniti hanno ordinato al loro personale diplomatico non essenziale e alle loro famiglie in Myanmar di lasciare il Paese e rientrare in patria. Nell’ex Birmania i militari hanno ripreso il potere, dopo quasi dieci anni di fragile democrazia, il primo febbraio, arrestando i principali esponenti del partito Lega nazionale per la democrazia, tra cui la leader de facto Aung San Suu Kyi. Dal golpe i cittadini protestano quotidianamente contro l’esercito per il ripristino della democrazia e di un governo civile. In quasi due mesi l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici, ong che monitora la situazione nel Paese, riferisce di 510 persone uccise dai militari e dalle forze di sicurezza. Oggi, mercoledì 31 marzo, è prevista una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere sulla questione. Su una forte risposta dell’Onu aleggia il potere di veto di Russia e Cina, quest’ultima in particolare con grandi interessi economici e strategici in Myanmar.

Mario Bonito