Napoli, si è ripetuto il miracolo del Santo Patrono

    Il miracolo di San Gennaro si è ripetuto a Napoli. “Gioia ed emozione – dice il card. Sepe dall’altare – Non appena la cassaforte si è aperta, il sangue si è sciolto”.
    La ripetizione del miracolo è letta come buon auspicio per la città di Napoli e la Campania. Il miracolo avviene tre volte all’anno: a settembre, nel giorno di San Gennaro, il sabato precedente alla prima domenica di maggio e dicembre.
    “San Gennaro ama i giovani, i tanti giovani coraggiosi come lui”, ma nella città dove “la violenza cerca continuamente di avvelenare i pozzi di acqua pulita di cui Napoli è sempre ed è ancora così ricca” dobbiamo “guardare oltre le notizie” . Il sangue del Santo Patrono si dissolve, il Duomo affollato come ogni 19 settembre. E il cardinale Crescenzo Sepe dall’altare maggiore, oltre agli applausi e al commozione che suscita sempre il prodigio, indica però “i nuovi mali, la più nuova e terribile sofferenza: le baby gangs, le cosiddette estese. e una storia beffarda di una città malata in una parte della sua giovinezza, come una pianta inaudita dalle sue radici “.

    Nel celebrare Gennaro che fu decapitato, “giovane santo” che ha un enorme “legame con la città che ama”, l’arcivescovo ricorda così non solo i bambini che cadono, che non devono essere lasciati al loro destino. Ma invita – a partire dalla Chiesa – a non sottovalutare la delusione degli altri: quelli che non trovano lavoro o sono costantemente costretti a emigrare.

    “E ’una sconfitta per tutti noi quando un giovane uomo è costretto a voltare le spalle alla sua terra”, sottolinea Sepe e gli omaggi della cattedrale un applauso urlante quando il cardinale ricorda: “Che cosa possiamo aspettarci e futuro se oltre 700 mila i giovani hanno lasciato Napoli e il Sud, come ci ricorda dolorosamente un recente sondaggio? “.
    “Dobbiamo fare di più e meglio, per loro”, richiama il capo della Curia Napoletana, dopo aver riconosciuto “esperienze positive per il contrasto messe in campo dalla Regione e dal Comune, ma non è abbastanza”.

    Il sindaco e il governatore annuiscono, seduti a poca distanza. De Magistris, vicino alle fiale come presidente della Deputazione, ha già sorriso non appena ha lasciato la cappella con il cardinale alle 9.30, mezz’ora prima dell’annuncio: sembra aver capito che il sangue si è liquefatto, una speranza positiva per ogni sindaco di ogni formazione e Spirito. Anche De Luca, soddisfatto e pronto a stringere la mano, lo seguì a pochi metri.

    La fine dell’omelia è un ringraziamento a Papa Francesco che “in ottobre il beato Nunzio Supplizio, un giovane abruzzese vissuto a Napoli dall’età di quindici anni, proclamerà un santo”. Uno di quelli, è il caso di dire, di aver trovato la strada giusta.

    La celebrazione di San Gennaro “è un momento di grande spiritualità, in cui la comunità napoletana si ritrova non solo, un grande evento religioso ma anche civile. È necessario che San Gennaro tenga una mano sulla città di Napoli” . Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo De Luca, entrando nel Duomo di Napoli per partecipare alla celebrazione del santo patrono.