Home ATTUALITÀ Natale, nuova stretta (e Dpcm) in arrivo: le ipotesi

    Natale, nuova stretta (e Dpcm) in arrivo: le ipotesi

    Chiudere tutto o solo in parte, il governo è ancora diviso sulle feste di Natale. C’è chi auspica una chiusura totale del paese – sulla falsa riga del lockdown generale imposto dalla Germania – chi invece pensa che una misura così drastica possa non essere capita dai cittadini. L’obiettivo comune è evitare una possibile terza ondata, le modalità spaccano però l’esecutivo che in giornata dovrebbe varare la decisione finale in concerto con il Comitato tecnico scientifico.

    Gli esperti del Cts hanno evidenziato possibili criticità in caso di allentamento delle misure restrittive nei giorni festivi. La paura è proiettata al 7 gennaio, quando il paese tornerebbe a riversare nelle strade milioni di cittadini diretti a lavoro o nelle scuole riaperte. Per questo nuove misure restrittive appaiono certe: rimane da capire però l’entità della stretta.

    Le ipotesi sono almeno due: la prima vede un’Italia in completa zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, quindi un arco di tempo che abbraccia tutte le festività. In quel caso si tornerebbe al lockdown generalizzato di primavera, durante il quale ogni spostamento doveva essere giustificato da motivi di urgenza.

    Una misura simile a quella adottata dalla Germania, che a differenza dell’Italia, però, negli ultimi giorni ha visto impennarsi la curva epidemiologica, che qui invece sta subendo un lento ma costante declino. L’altra ipotesi è quella di rendere l’Italia zona rossa nei giorni festivi e in quelli appena precedenti.

    Un’altra possibilità è invece quella di vedere l’Italia interamente tinta di arancione, il che comporterebbe la chiusura dei ristoranti – che in ogni caso rischiano grosso – ma le serrande aperte per i negozi. Sarebbero inoltre interdetti gli spostamenti tra comuni. “La mia opinione è chiara: le nuove misure ci possono aiutare soprattutto nelle settimane delle vacanze di Natale ad evitare una terza ondata”, ha commentato il ministro della salute Roberto Speranza.