Home POLITICA Nel 2100 l’Italia sarà composta per il 50% da musulmani

Nel 2100 l’Italia sarà composta per il 50% da musulmani

Nel 2100 i musulmani potrebbero costituire la metà della popolazione italiana. Questo scenario potrebbe verificarsi per due motivi: perché le immigrate musulmane hanno un tasso di fertilità che è il doppio di quello delle italiane e perché il 78% dei richiedenti asilo e degli immigrati irregolari che arrivano in Europa sono musulmani”.
A sostenerlo, tenendo conto dell’attuale trend legato ai recenti flussi migratori, è il ‘Primo rapporto sull’islamizzazione d’Europa’, realizzato dalla Fondazione Farefuturo, in sinergia con l’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia.
Ad oggi, si legge nel rapporto, “gli stranieri di religione musulmana residenti in Italia al 1° gennaio 2019 sono 1,58 milioni. Rispetto alla stessa data di rilevazione nel 2018, la classifica delle appartenenze religiose degli stranieri residenti in Italia vede i musulmani primi al posto dei cristiani ortodossi. I musulmani rappresentano infatti il 30,1% degli stranieri residenti in Italia (nel 2018 erano il 28,2%). I cristiani ortodossi il 29,7% (pari a un milione e 560mila). Seguono i cattolici (977mila pari al 18,6%)”. Dunque, nello specifico, “gli stranieri musulmani residenti in Italia sono aumentati di 127mila unità rispetto al 2018 (erano 1,45 milioni), mentre i cristiani nel loro complesso sono invece diminuiti di 145mila unità (nel 2018 erano poco meno di 3 milioni) pur mantenendo ancora il ruolo di principale religione professata dagli stranieri. Per quanto riguarda la nazionalità, si stima che la maggior parte dei musulmani stranieri residenti in Italia provengano dal Marocco (440mila), Albania (226mila), Bangladesh (141mila), Pakistan (106mila) ed Egitto (111mila)”.

Cosa ne pensano gli italiani?

In realtà della lenta ‘islamizzazione’ del Belpaese se ne parla ormai da decenni, e dunque i nostri connazionali sono abbastanza preparati rispetto all’argomento. Fortunatamente non tutti ne colgono aspetti necessariamente negativi ma, ciò che più ‘impensierisce’ la maggior parte degli intervistati, è il timore che tale accadimento finisca per cancellare lentamente la nostra cultura.
Non a caso, l’85% di quanti intervistati sostengono che ”gli immigrati dovrebbero fare un corso di lingua italiana e di educazione civica prima di essere regolarizzati”. Molto più diretto invece il 55% degli italiani, che “ritiene che la maggior parte dei musulmani qui in Italia voglia integrarsi nella società, vivendo ‘da italiano’ pur mantenendo la propria identità musulmana. Di converso, un non trascurabile 27% resta convinto che lo scopo principale dell’islamico sia, sì, vivere in Italia, ma seguendole proprie leggi separate”. La maggior parte, forse confondendo un po’ le cose, avvicina la cultura/religione musulmana al terrorismo (una follia) e, senza mezzi termini, parliamo di ben l’80% degli intervistati, “chiede l’introduzione di uno speciale reato in Italia, per chi predica odio tra le religioni e giustifica gli atti di terrorismo e per il 56% bisognerebbe addirittura che la lingua liturgica delle prediche nelle moschee diventi l’italiano in modo che possano essere capite”. Infine, in relazione ad usi e costumi, ”il 60% ritiene che il velo indossato dalla maggior parte delle donne musulmane, sia una coercizione imposta dalla famiglia e dai retaggi”,

Giorgia Meloni: favoriamo chi ha origini italiane

“Si stima che nel mondo ci siano decine di milioni di nostri connazionali che non hanno la cittadinanza italiana, pur avendone diritto. Se l’Italia ha bisogno di immigrazione la cosa più sensata è favorire allora proprio l’arrivo di chi ha le nostre stesse origini. L’esempio banale è il caso Venezuela: più di 20 milioni di abitanti di cui due milioni sono di origine italiana. Nello stato sudamericano vige il caos e in tanti soffrono la fame e le persecuzioni da parte del regime comunista di Maduro. Perché allora non prendere gli immigrati che dovessero servirci da lì? Lo stesso dovrebbe valere su scala continentale: favorire, quando necessario, l’immigrazione di origine europea e, in seconda battuta, un’immigrazione proveniente da Stati che hanno dimostrato i non creare problemi di integrazione o di sicurezza”. E’ quanto sostiene, e scrive, Giorgia Meloni attraverso un intervento che compare all’interno di questo ‘Primo rapporto sull’ islamizzazione d’Europa’, tra l’altro presentato oggi in Senato.
“Se è necessaria una certa quota di immigrazione – spiega ancora la leader di Fratelli d’Italia – noi non abbiamo mai avuto alcun problema a chiedere di favorire chi ha origini italiane ed europee”.
Max