Niente processo per Carola Rackete, Procura Agrigento chiede archiviazione

La Procura di Agrigento ha chiesto l’archiviazione per Carola Rackete, la comandante dalla nave Sea Watch, accusata di avere forzato due estati fa l’ingresso al porto di Lampedusa. Rackete era stata arrestata per “resistenza o violenza nei confronti di una nave da guerra”. Adesso il Procuratore Luigi Patronaggio, come scrive ‘Repubblica’, ha chiesto l’archiviazione del caso perché la comandante aveva “il dovere di portare i migranti in porto”. 

Secondo la Procura di Agrigento la comandante avrebbe agito per stato di necessità: aveva il “dovere di portare i migranti in un porto sicuro” non potendo più garantire la sicurezza a bordo delle 42 persone soccorse 17 giorni prima, che l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini non voleva far sbarcare. Dopo essere arrivata di notte davanti al porto di Lampedusa, nonostante il divieto dell’allora ministro Salvini, invocò lo stato di necessità e ribadì la richiesta di sbarco immediato. Poi, non ottenendo alcuna risposta, decise di forzare il divieto ed entrò in porto. Nella manovra speronò una motovedetta della Guardia di Finanza.
 

“Sono altamente soddisfatto per la richiesta di archiviazione di Carola Rackete fatta dalla Procura di Agrigento. I pm confermano con questa richiesta la tesi che abbiamo sempre sostenuto, cioè che Carola agì nell’adempimento di un dovere, quello di salvare vite umane” ha detto all’Adnkronos l’avvocato Salvatore Tesoriero, il legale della comandante della Sea Watch che due anni fa venne arrestata per resistenza o violenza contro una nave da guerra, dopo avere forzato l’ingresso al porto di Lampedusa. 

“La Procura – prosegue il legale – all’esito dell’inchiesta ha svolto ulteriori indagini e ha valutato che effettivamente la causa dell’adempimento del dovere va rilevata e debba esserci”.  

“C’erano diverse avvisaglie – dice ancora l’avvocato – che arrivavano anche dalla Corte di Cassazione”. E ancora: “Ricordo ai tempi le disposizioni dell’ex ministro Salvini e rilevo oggi, a distanza di due anni, che Carola Rackete aveva agito per salvare vite umane in adempimento di un dovere. Questo è stato sostenuto dall’inizio”.