’NOI, TRASCURATI NELLA LEGGE DI BILANCIO’: IL 12 DICEMBRE SCIOPERANO I MEDICI

I sindacati “denunciano i contenuti della legge di Bilancio 2018 all’esame del Parlamento, in quanto reiterano politiche sempre meno orientate all’obbligo di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, secondo principi di equità e sicurezza, ed escludono con pervicacia la sanità pubblica dalla ripresa economica in atto fino a renderla non più sostenibile se non dalle tasche dei cittadini; condannano l’assenza di segnali di attenzione ai medici, ai veterinari e ai dirigenti sanitari dipendenti del Ssn, al valore e al peso del loro lavoro, all’importanza dei loro sacrifici nella tenuta del servizio sanitario”. Motivo per cui il prossimo 12 dicembre andrà scena lo sciopero generale di 24 ore dei medici, veterinari e dirigenti sanitari dipendenti del Ssn. Premettendo che si riservano di individuare altre giornate da dedicare ad iniziative di protesta, le organizzazioni sindacali Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fvm Federazione veterinari e medici, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Cisl medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Uil Fpl coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica e veterinaria, intendo così dare un segnale di protesta ai contenuti della Manovra allo stallo sul contratto. Non ultimo poi, il rinnovo del contratto di lavoro fermo al palo, “dopo 8 anni di blocco legislativo, che contribuisce alla mortificazione del ruolo, dell’autonomia, della responsabilità professionale e al peggioramento di condizioni di lavoro insostenibili, a fronte di livelli retributivi fermi al 2010”. Nel dare comunicazione della giornata di protesta, le sigle sindacali (le quali illustreranno le loro ragioni nel corso della manifestazione che avrà luogo il 30 novembre presso la Sala Capranichetta, in Piazza Montecitorio, a Roma), “deplorano l’assenza di politiche nazionali a favore di una esigibilità del diritto alla tutela della salute dei cittadini omogenea in tutto il Paese, nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione, in una logica di federalismo sanitario di abbandono”. E “additano le politiche degli ultimi governi come responsabili di quel fallimento del sistema formativo che sta, contemporaneamente, desertificando ospedali e territori e condannando alla precarietà e allo sfruttamento decine di migliaia di giovani”.
M.